187 gior Consiglio, ove gli ufficiali avrebbero a recarsi per deporre il nuovo giuramento. In seguito a che i proclami cesserebbero di portare l’intestatura : Il serenissimo Principe fa sapere, ma comincierebbero colle parole : In nome della sovranità del popolo, il Governo provvisorio veneziano ecc., e porterebbero il motto : Libertà, virtù, eguaglianza. L’ altro manifesto era del seguente tenore : « Il veneto Governo desiderando di dare un ultimo grado di perfezione al sistema repubblicano che forma da più secoli la gloria di questo paese, e di far godere sempre più ai cittadini di questa capitale d’una libertà che assicuri ad un tratto la religione, gl’ individui e le proprietà, ed anelando di richiamare alla madre patria gli abitanti della Terraferma che se ne distaccarono, e che non di meno conservano per i loro fratelli della capitale 1’ antico loro attaccamento, persuaso d’ altronde che l’intenzione del Governo francese sia di accrescere la potenza e la felicità del veneto popolo, associando la sua sorte a quella dei popoli liberi d’Italia, annuncia solennemente all’ Europa intera, e particolarmente al popolo veneto, la riforma libera e franca eh’ egli ha creduto necessaria alla costituzione della Repubblica. I soli nobili erano ammessi per diritto di nascita all’ amministrazione dello Stato, questi nobili stessi rinunziano oggidì volontariamente a questo diritto, affinchè i più meritevoli fra la nazione intera siano per 1’ avvenire ammessi ai pubblici impieghi. Eglino saranno sempre più zelanti per l’interesse della loro patria, e viepiù gelosi di meritarsi innanzi agli occhi del popolo sovrano l’ereditaria estimazione annessa ai loro nomi, rendendogli i servigi medesimi che gli hanno resi i loro antenati. Sino a tanto che il popolo possa essere ragunato per eleggere egli stesso