172 quali sarebbe consegnata la custodia dell’ Arsenale, del Castello s. Andrea, di Chioggia e di quelle altre isole cbe il generale avesse stimato opportuno, con che avea ad intendersi cessato il blocco. Il palazzo, la zecca ed altri luoghi interni e posti d’ onore, sarebbero affidati alla guardia civica ; la flotta veneta richiamata dipenderebbe dalla Muuicipalità e dai Francesi simultaneamente. Desi-gnavansi presidenti della Municipalità provvisoria 1’ ex doge Manin e Andrea Spada ; nuovi deputati a Bonaparte Francesco Battagia e Tomaso Pietro Zorzi ; ambasciatore a Parigi, in luogo del Querini, 1’ avvocato Tommaso Gallino, e suo segretario Sordina. Disponevasi finalmente fossero cambiati tutti gli ambasciatoli alle corti estere, e mandati indirizzi e ministri alle repubbliche Batava e Transpadana. La zecca ed il banco nazionale doveano essere guarentiti dalla nazione : assegnamenti vitalizii sopra i beni nazionali od una lotteria provvederebbero gli ex nobili poveri. Chiudeva la carta promettendo Villetard la sua mediazione presso Bonaparte a favore degli ex Inquisitori di Stato, purché fosse prontamente dichiarata libera a tutt’ i cittadini veneti la comunicazione con tutto il corpo diplomatico. Rispose il Donà, che in nessun modo si poteva meglio secondai’e i desiderii di Bonaparte che attendendo di conoscerli per mezzo dei deputati dalla sua voce medesima. Tutto consigliava infatti di dilazionare, molto più che arrivava appunto in quel dì notizia del Mocenigo da Milano d’ aver ottenuto una nuova prolungazione all’ armistizio (1). Ma la Consulta rimaneva sgomentata a quell’ opera infame del raggiro, del tradimento, le proposizioni del Villetard 1’ atterrivano e quella specialmente della erezione (1) Gli ultimi otto anni eoe. Histoire de la Revolution de Ve-nise, 312. Raccolta cronol. II, 263.