Ili da guerra, e dopo averle colà sbarcate ed inviate a Mantova essersene partiti riducendosi alla Mesola, da dove i capitani si erano recati a Ferrara, e sabato scorso erano tornati a bordo. Presentatisi il domani al comandante di quella terra, gli aveano detto che aveano ordine di tenersi pronti ai loro posti, per diligersi, dopo ricevute le necessarie vettovaglie, verso Venezia. » Oscuri cenni erano questi che facevano presentire qualche grande occulta trama, in relazione a’ quali il Senato raccomandava il 12 al Proveditore alle Lagune e ai Lidi usasse della massima vigilanza a causa della comparsa e del movimento di legni armati francesi in vicinanza dell’ e-stuario, nonché della costruzione di barche cannoniere che si faceva in Trieste (1), ed ordinava all’ arsenale il sollecito approntamento di legni (2), autorizzando anche l’uso della forza quando un naviglio armato di qualunque siasi nazione volesse sforzare l’ingresso (3). Inutili provvedimenti, e che solo spinger doveano viepiù alla finale’ catastrofe. Fino dal 19 piovoso (7 febbraio) il cittadino Giovanni Battista Laugier, comandante del naviglio francese il Liberatore, era arrivato a Lagoscuro per armare (4) e già il 28 (16 feb.) il capitano Sibille comandante della divisione navale del mare Adriatico e del porto d’Ancona ordinavagli di tenersi pronto a partire al primo ordine di Bonaparte (5). In conseguenza riceveva il 4 ventoso (26 febbr.) l’istruzione di recarsi in golfo per darvi la caccia (1) Delib. Sen. T. f. N. 45. (2) Ibid. 16 aprile. (3) Decreto Pregadi 17 aprile Cons. X. (4) Documenti che attestano come il legno comandato dal Laugier fosse armato d’ordine di Bonaparte. All’Archivio fra le Carte degli Inquisitori. (5) Ibid.