228 vogadori già a ciò deputati dal passato governo, compo-nevasi dei cittadini G. A. Gregis, Gio. Gelmini, Andrea Pizzardini, Zonca e Gasparo Fusinieri, i quali nessun mezzo lasciarono intentato per venire in chiaro della verità. Interrogarono gran numero di testimonii di tutte le classi, volsero le più esatte ricerche a Gasparo Soderini e Giuseppe Gradenigo segretarii degl’ Inquisitori, a Francesco Battagia, a G. B. Contarmi podestà di Verona, a Rocco Sanfermo suo secretano. Fra altre cose, il Soderini (in un tempo in cui caduto il governo nulla avea più a temere da esso, ed anzi poteva tornargli a vanto, e fors’ anco a profitto di calpestare, come altri indegnamente fecero, il caduto Leone) diceva: «Il Battagia mentr’era proveditor estraordinario a-vea mandato il segretario Sanfermo a Venezia per ottenerne precise istruzioni e rinforzi. Raccolti gl’ Inquisito-ri, gli fu risposto che ciò era di competenza dei Savi del Collegio, ai quali fu infatti da me annunciato, e da’ quali ricevette gli ordini. La sola parte nella quale apparisce una ingerenza del Tribunale è dei prigionieri di Salò, quali dopo acquartierati per cura dei depirtati Tiepolo e Soranzo in diversi luoghi, furono questi diretti dalla Consulta agl’ Inquisitori per ulteriori istruzioni. Gl’ Inquisitori fecero evacuar i Castelli (del Lido) dalle persone che vi stavano in arresto, fecero insinuar per mio mezzo ai deputati di non conceder le visite, permisero che scrivessero e ricevessero lettere, però sotto la mia ispezione e quella del segretario Giuseppe Gradenigo, e mandarono un Cancelliere per assumere i costituti di quelli che 10 desideravano, gli estratti dei quali fecero poi passare ai Savi del Collegio, e in seguito dipendette solo dal Senato 11 loro svincolo e la loro liberazione. Costante sempre nel non prendere parte autorevole o influente nel principio