287 gliono esser liberi, nessun governo può loro opporsi. Tale è la nostra situazione. E certo che la Francia non può mai aver transatto coll’ Austria per Venezia; è certo che i raggiratori Pesaro e Morosini cercano di far credere all’Austria che il popolo di Venezia non vuole esser libero, ma che vuol le catene. » Risuona la sala di grida: la morte! E proseguiva : « È certo che, malgrado 1’ apparato quasi lugubre di questi spettatori, metà dei quali non applaudì alle misure del cittadino Dandolo, qualora il popolo sarà radunato nelle sue parrocchie, lungi dai satelliti e raggiratori, e-metterà libero il suo voto. Si videro l’altro jeri alcuni di questi esseri, tenutisi celati per quattro mesi, passeggiare per la città. Ne sapete, cittadini, il perchè? Perchè sanno di aver preparati alcuni capipopolo per sedurre il popolo stesso a voler il dominio della casa d’Austria. » Aggiunge il Giuliani essersi affezionato al popolo perchè il conobbe disposto a libertà. Qualunque potesse esserne il destino, egli sarebbe restato libero ; ma dolevagli il cuore, che il popolo fosse da’ suoi nemici sagrifìcato. Meglio, di-c’ egli, un Senato di bambocci che un despota (grandi applausi). Compiacesi aver trovata generale 1’ inclinazione alla libertà ; se ne compiace, e renderà giustizia a tutti di aver riscontrato egual sentimento in queglino stessi che facevano parte dell’ ex-governo. Un vero repubblicano vuole intiera la sua libertà, e gli stessi Senatori che avevano un diritto esclusivo al titolo di cittadino ed alle deliberazioni, dolevansi amaramente in questi giorni sui dubbi disseminati. « Tutti egualmente fatti cittadini in adesso, facciamo tutti degli sforzi per la libertà. Un solo errore potrebbe renderci schiavi, quello cioè che un' indolenza nella causa più grande tenesse titubante il popolo nell’emettere franco il proprio voto per esser libero. A giudizio dei più grandi