117 contro i Francesi, per restare a disposizione del generale supremo ; 3° la restituzione di tutto ciò che era stato tolto al bastimento, con obbligo di ripararlo, rifornirlo degli attrezzi, e condurlo in sicuro a disposizione del comandante della flottiglia francese; 4.° la restituzione immediata di tutti gli effetti, gioie, danari, abiti e carte rapite all’ equipaggio ed ai passeggieri secondo le note che i danneggiati produrrebbero ; 5.° che questi stessi individui fossero tutti trasportati ad Ancona, ad eccezione dei passeggieri che desiderassero essere condotti a Trieste od altrove, non dubitandosi del resto che il comandante stesso della flottiglia verrebbe egli stesso a chiedere soddisfazione, e rispetto al quale, non vigendo più legge alcuna proibitiva, si guardasse bene il Senato di opporre alcuna resistenza. Ma come poteva egli, il Lallement, qualificare un tessuto di menzogne, l’informazione del Pizzamano, e smentire ogni ostile intenzione nel Laugier, quando contro di lui attestano sì chiaramente gli ordini da noi superiormente citati? Come negare che fosse il suo vascello, a tenore della relazione mandata dallo stesso Senato al suo ambasciatore a Parigi (1), carico di munizioni, di artiglierie, e singolarmente di granate, se abbiamo veduto come d’ordine del comandante Sibille ne avea preso il carico a Ferrara? Come infine non trovare la venuta del Laugier in corrispondenza con quanto il Lallement stesso avea comunicato il giorno 16 al conferente Pesaro, aver cioè ordinato il generai Bonaparte ad un legno armato di sua nazione d’entrare nel porto di Malamocco, al che il (1) Raccolta, pag. 192.