220 il marchio del passato governo, o delle istituzioni passate ; aboliti i titoli di nobiltà, sola denominazione quella di cittadino ; aboliti gli stemmi, le livree ; non più servi, ma domestici ; scalpellati i leoni di s. Marco, credendosi compiacere alla Terraferma che da per tutto li avea atterrati ; prescritta a tutti la nappa tricolore ; fino dal 23 maggio il cittadino Melancini domandava con veementi parole la distrazione dei ricordi dell’ antica tirannide, cioè delle casselle delle denuncio e delle carceri dette Pozzi, di cui si faceva orribile, esagerata pittura ; parlavasi perfino di alcuno sepolto tra le lor mura ; accorreva il popo- lo e davale al fuoco, spogliava, stracciava gli archivii del Consiglio dei Dieci e degl’ Inquisitori, deplorabile perdita per la storia e per la fama di quei consessi. Tuttavia in mezzo a tante esorbitanze non si può negare alla Municipalità alcun che di buon volere, cui col tempo forse sarebbe seguita la maturità del consiglio e un reggimento più ordinato. Principal attenzione fu dedicata, come dovevasi, alla retta amministrazione della giustizia. E prima furono istituiti otto giudici di pace con mensile onorario, tre de’ quali giudicavano in prima istanza, gli altri in appello. Furono poscia portati a dodici, e a questi si aggiunse un Tribunale diviso in due Camere di tre giudici ciascheduna ; superiore a questo era il Tribunale di prima istanza in tre Camere, la prima detta la direttrice composta di cinque membri, le altre due di giudicatura, di sette ognuna. Otto altri giudici funzionavano come supplenti, nel caso d’impedimento degli ordinarli. Furono nominati sei difensori pubblici, due per le pubbliche ragioni, quattro pei poveri, istituzione questa, come vedemmo, antichissima nella Repubblica. I suddetti difensori poi si eleggevano sotto propria malleveria un Procuratore; uffiziali subalterni nei varii Tribunali erano quattordici