293 Il cittadino Zorzi ha perduto, dice, le sue sostanze, e giura di perder la vita, se non potrà viver libero. Il cittadino Melancini aggiunge : « Le acclamazioni di questo popolo non lasciano dubitare eh’ egli non sia veramente degno della libertà; un popolo libero non sarà mai soggetto ad alcuno. » Riflette il presidente Grego stringere il tempo, e non restar più luogo ad accordar la parola ad altri. Il Dandolo però la ridomanda per concretare la forma della proposta. Conosce esserne bisogno, perchè erano soltanto pochi minuti che si era presentato alla sua idea questo concetto repubblicano, quando ascese la prima volta la tribuna ; felice idea, che consolò la sua anima avida di piacere a’ fratelli, mentre da più giorni riandava nel silenzio ciò che potesse sollevarli dall’ alta oppressione. Il gran-d’ atto che deve risultar in faccia a tutta 1’ Europa, atto che sarà tutto della sovranità del popolo, deve esser condotto coi più cauti provvedimenti. Quindi s’instituisca, dice, una commissione di quattro i quali, seduta stante, redigano la proposizione, e la presentino alla Municipalità ; non si domandi semplicemente al popolo se voglia esser libero o no ; ma tutto gli si faccia conoscere, e non gli si dissimuli alcuno de’ pericoli che gli sovrastanno. Propone quindi : I.° Che sul momento si scelga una commissione di quattro individui i quali, ritiratisi, meditino e fissino le discipline per la verificazione del grand’ atto, onde farne rapporto alla Municipalità a sessione permanente. II.0 Che, pronunciato il voto libero dal popolo, sia espressamente inviato un qualche cittadino a Parigi per presentarlo a quel Direttorio. III.0 Che questa misura sia fatta nota espressamente a tutt’ i popoli liberi d’Italia.