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francesi, dopo aver girato sotto al castello, si ridusse a piedi fuori della porta di Torlonga per una strada alquanto scoscesa, guidato da un uomo con lanternino. Colà trovate le carrozze, partirono il Battagia e due uffiziali, i quali rifiutando le offerte degl’ insorgenti, preferirono restar fedeli, per Desenzano dove poi si recarono a Verona (1).
    In conseguenza dei quali avvenimenti il Senato raccomandava al Pesaro e al Corner, deputati a Bonaparte (2), di raggiungerlo al pili presto possibile, di eseguire con esso le già avute commissioni, e (cosi diceva il dispaccio) “ siccome anche in quest’ ultimo avvenimento apparisce dagli annessi costituti dei corrieri la cooperazione dei soldati francesi, cosi procurerete con tutto l’impegno che venghino da esso generai Bonaparte allontanate tante perniciose ingerenze, onde resti libero il campo al Senato di prendere senza compromissione le misure necessarie a rimettere la pubblica tranquillità. „
    Considerata poi la difficile condizione delle cose, e il pericolo, da cui poteva trovarsi minacciata la stessa Verona, fu proposta in Senato una ducale al proveditoi’e straordinario Battagia, al capitano e vice-podestà di quella città Alvise Contarini succeduto al Priuli il 15 febbraio, commettendo loro una prudente difesa della piazza, e la resistenza contro gl’ insorgenti, quando non si trovassero
     (1)	Il Battagia si trasferì a Venezia, ov’ ebbe a sostenere un costituto sul suo contegno. Non pare avesse a riuscirne affatto netto. .Aceusavanlo alcuni di non aver usato la forza quand’era ancor tempo, d’ un banchetto tenuto nella stessa Domenica in cui scoppiò poi la rivoluzione ; aver ricevuto molte lodi dai Municipalisti, offertagli una spada d’ oro, esser molto caro a Bonaparte ; invitato a restare a Brescia per una poco favorevole opinione che di lui erasi fatta a Venezia; che invitato aliberare.il Pisani non avea voluto, ma avea detto facessero ciò che volessero. Consiglio X, Parti segrete, e Leti. Rappresent. in Verona Battagia e Contarini 28 marzo all’ Archivio.
    (2)	Delib. Senato T. F. militar N. 43, 20 marzo.