88 generali ohe considerano nn troppo azzardo l’inoltrarsi in paesi dove nè la locai conoscenza, nè la lingua, nè il carattere degli abitanti lo possono tener tranquillo come lo fu in altre parti. Di cesi che dal Direttorio stesso al quale nei scorsi giorni vennero varii corrieri, gli sia disapprovato un tal rapido inoltramento nei Stati austriaci; dicesi che in massa i villici erano disposti ad unirsi all’ armata austriaca, quale nell’ indicata situazione di Kristelfeld era già forte di quaranta mila uomini, e si aumentava sempre più alla giornata. E l’unione dei villici alle truppe che dal confine della Boemia fin dove erasi ritirato, condusse 1’ arciduca Carlo col favor della vittoria a ripulsare il nemico al di là del Reno (1).... Volle il Bonaparte, il cui quartier generale è oltre G-ratz, affettare la magnanimità di offrir la pace all’ imperatore ad onta egli vanti di calcolarsi alle porte della sua capitale. L’ Arciduca Carlo gli fece conoscere la necessità prima di un armistizio che avrebbe desiderato più lungo, giacché più tempo che ha, più sistema la sua armata, la incoraggisce, e riflessibilmente la rinforza, anzi un tal riflesso, mi conduce nella credenza che se il Bonaparte vi annui anco per soli sei giorni, questo accusa la decisa sua intenzione alla pace. » (1) Scriveva Bonaparte : La cour avait évacué Vienne, le prince Chartes et son armée se repliaient sur celle du Rhin. Le peuple de la Hongrie et de toutes les parties des Etats héréditaires se levait en masse et même dans ce moment-ci leur tête at déjà sur nos flancs. Le Rhin n’était pas passé, ¡’Empereur n’attendait que ce moment pour quitter Vienne et se porter à la tête de son armée; s’ils eussent fait la bêtise de m’attendre, je les aurais battus, mais ils se seraient toujours replies devant nous, se seraient réunis à une partie de leurs forces du Rhin et m'auraient accablé; alors la retraite devenait difficile et la perte de l’armée d’Italie pouvait entraîner celle de la République. Corresp. de Nap. I au Direct. 19 avril (30 germ).