131 contrarie, diceva, alle dichiarazioni del suo governo e del generale Bonaparte, e parlando della pace asseriva ignorarne le condizioni, però dalla retrocessione già cominciata dell’esercito (1), poter argomentare che i compensi all’ imperatore sarebbero dati nella Baviera dopo la morte dell’attuai elettore, e che rapporto all’Italia si sarebbero stabilite le due Repubbliche Lombarda e Cispadana alleate sotto la protezione della Francia, mantenendosi la conservazione della Repubblica di Venezia, però con alcuni cambiamenti nell’ attuai forma di Governo (2). Erano per altro fallacie, poiché avendo i deputati domandato con dignitosa lettera una nuova udienza a Bonaparte, questi soldatescamente rispondeva dal quartier generale di Palmanova il 30 aprile : « Ho letto con indignazione, o signori, la lettera che mi avete scritta relativamente all’assassinio del Laugier. Voi avete accresciuta 1’ atrocità di questo avvenimento senza esempio negli annali delle nazioni moderne, con un ammasso di menzogne che il vostro Senato ha fabbricate per cercare di giustificarsi. » Io non posso ricevervi, o signori, essendo voi e il vostro Senato lordi di sangue francese ; quando avrete fatto consegnare nelle mie mani 1’ ammiraglio che ha ordinato di far fuoco, il comandante della torre e gl’ Inquisitori di Stato che dirigono la polizia in Venezia, ascolterò le vostre giustificazioni. Sgombrerete nel più breve termine possibile dal continente. Tuttavia se il nuovo corriere teste giunto, vi reca qualche cosa relativamente all’ afiare Laugier, potrete presentarvi. (li Lettera di disperazione scritta dal gastaldo della Ponteba a causa delle insopportabili violenze dei Francesi nel loro passaggio, 28 aprile. Filza Delib. Maggior Consiglio 1 a 12 maggio 1797. (2; Raccolta cronol. II, Relazione Pesaro, 209.