299 il commercio, cessata l’industria, aumentata la povertà ; ondechè, desiderandone o prevedendone la prossima fine, gli voltavan le spalle ; e già parecchie dimostrazioni in senso austriaco vedevansi. Apportatori del voto popolare partivano immediatamente deputati per Milano al Bonaparte, ed altri al Direttorio a Parigi ; ma erano arrestati a Milano, tolte loro le carte e impedito di proseguire il viaggio. Lo Spada, ritornato a Venezia 1’11 novembre, informava che nulla di preciso s’ avea potuto rilevare dal Bonaparte quanto al futuro governo di Venezia, solo che non sarebbe consegnata all’ Austria se non dopo il congresso di Rastadt : aver parlato il generalissimo dell’inutilità del congresso di Venezia, mostrato essere opportuno che fossero sospese le sessioni pubbliche, fosse frenata la stampa, la Municipalità si mettesse d’accordo col Serrurier ; fece intendere doversi pensare all’ approvvigionamento delle truppe francesi, e all’ approntamento di navigli ; toccò altresì di una richiesta di denaro. Da questa avea tentato lo Spada di scusarsi colla povertà dell*erario; ma diceva sospettare volesse il Bonaparte consegnare Venezia affatto squallida e spoglia agli Austriaci ; opinava la Municipalità pensasse alla propria sicurezza, i, cui membri erano tutti qual più qual meno esposti a pericolo ; non goder essa fiducia nè interna nè esterna ; tenerla anzi i Francesi in conto di ridicola, gli Austriaci di nemica ; essere perciò opportuno, rinunziando, istituire nuova magistratura provvisoria fino all’ arrivo degli Austriaci. loro nome temevano forse un' astuzia per trascinarli poi alla guerra ; altri credevano coll’astenersi o col bossolo verde far cadere la Municipalità. Archivio, Commissione di Polizia. (1) Sessioni private, 11 nov.