b 123 come il di avanti i Proveditori Giovanelli ed Erizzo, ed il Podestà Contarini di Verona, riparavano a Venezia. Il Senato era per così dire in seduta permanente, e il 29 decretava, approvando le proposte fatte dai Sa vii il giorno antecedente, che il Proveditore alla lagune non permettesse l’ingresso in Venezia a gente proveniente dalla Terraferma, eccettuati gl’ individui espressamente impiegati nel servigio dello Stato, i corrieri, e quei pochi che potessero documentare all’ uffizio del Deputato a’ forestieri la loro persona e lo scopo del loro viaggio (1). Altro decreto vietava 1’ asporto del biscotto, relativamente al quale, ed in generale sullo stato dell’ approvigionamento nella capitale, avea dato molto particolareggiata informazione il Commissario alle sussistenze Zaccaria Valaresso (2). Intanto il 25 aprile i deputati avevano ottenuto udienza da Bonaparte a Gratz. Già il viaggio era stato loro penosissimo avendo udito da per tutto parlare dello spar-timento dei veneti Stati tra la casa d’ Austria e la Cispadana, della vendetta invocata dagli ufficiali francesi per la morte de’ loro connazionali ; e vivissime discussioni, già sostenute a Leoben sulla innocenza e lealtà della Repubblica, poco bene lor presagivano da parte del generale. Presentati all’ ora assegnata dal generale Berthier a Bonaparte, questi gli avea accolti a principio cortesemente, e lasciato che esponessero la loro missione, per cui s’ ingegnavano di accertarlo dei buoni sentimenti del loro governo verso i Francesi, di rischiarare gli equivoci insorti, di stabilire concerti pel buon accordo avvenire, sperando ch’egli non fosse per volere l’oppressione delle inermi popolazioni, nè che le rivoltose avessero, succeduto il disarmo, 1’ una dopo 1’ altra a sottometterle. (1) Raccolta, pag. 99. (2) Nella Raccolta, pag. 195.