102 di tempo per istruirne il suo governo, gli furono rifiutati, e la conferenza si sciolse senz’alcun risultato (1). Dolentissimo il Senato a questa notizia non cessava di raccomandare a Giovanelli, Contarini ed Erizzo di continuare ad adoperarsi con ogni mezzo possibile alla conciliazione per la salvezza degli abitanti, e Giovanelli scriveva il 23 per tempissimo al generale Balland per riappiccare le trattative. La lettera fu accolta benevolmente, e convenuto d’un armistizio fino al mezzo giorno dell'indomani, ed intanto i Proveditori non risparmiavano sollecitudine alcuna per calmare il popolo e farlo desistere dalle armi, disposti, quanto a sè, di prestarsi ad un accomodamento quale le circostanze potessero esigere (2). Con questo intendimento stendevano una carta del seguente tenore, che servir dovea di base al Veneto parlamentario. « Ferma ed inalterabile la massima della Veneta Repubblica di mantenere religiosamente osservata la vigente neutralità colla Repubblica francese, e coerente alla medesima la volontà ed il desiderio delle cariche rappresentanti il Governo stesso, si determinano queste dietro le lodevoli manifestazioni del sig. generale francese Balland di proporre li modi più opportuni ed amichevoli per far cessare quelle reciproche ostilità, ch’ebbero origine da accidentali imprevisibili cause, e si lusingano in pari tempo, che per reciproca quiete, e per la continuazione della prima buona intelligenza, il generale medesimo sarà per concorrere agl’ infrascritti articoli. » I. Che l’attuai numero di milizie francesi continui a stazionare nelli tre castelli s. Pietro, s. Felice e Castel vecchio con la solita guardia veneta. (1) « Al presente ogni conferenza è rotta, mi fu negato definitivamente il passaggio. » Lett. Chabran a Kilmaine 21 apr. Darù, XI. (2) Disp. 23 apr. Racc., pag. 176, e Lett. Rappr. Verona.