119 oso con la maggior fermezza asserirlo all’ Eccellentissimo Senato.... viene essa trattata con scrupolosa secretezza dal generale in capite Bonaparte per la nazione francese, e per l’imperatore dall’ ambasciatore di Napoli marchese del Gallo e dal generale Merveldt, autorizzati ambedue con pieni poteri. L’ arciduca Carlo ha il merito d’ averne dimostrato la necessità al sovrano, con i riflessi i più giusti della stia situazione, d’aver cioè, esposta la propria capitale, di non aver ad abbandonarsi alla fiducia degli Ongaresi, di aver egli è vero delle grandiose risorse, ma che andavano a divenir le ultime, nè eh’ era prudenza l’azzardarle .... Ora in quel gabinetto l’oro degl’inglesi viene guardato con orrore, ed il Thugut, o sia sentimento o impossibilità di più sostenere la guerra, è il primo a promuovere la pace. Dall’ altro lato il Bonaparte sempre più si accorge della commessa imprudenza, sempre più sente il peso delle voci di disapprovazione nel-1’ armata, e persino vede il timore per la prima volta esser nell’ animo de’ suoi soldati, e benché a poche poste distante da Vienna, ben calcola le difficoltà grandiose che deve superare per arrivarvi. Io lo ripeto, la pace è indubitabile, anzi la credo combinata fra i suoi negoziatori, e che a pubblicarla manchino, più per la cerimonia che per la identità delle cose, il ritorno di alcuni corrieri e la venuta del generale Clarke, destinato dal Direttorio alla trattazione della pace, che in Vienna la maneggiò in altri tempi, ma inutilmente, e che ora corre da Torino, da dove fu chiamato, a segnarla al campo francese, seguito dal co. di S. Martin ministro di S. M. Sarda. Le condizioni non saranno eccedentemente gravose alla Casa d’Austria. Se i Paesi Bassi, che dalle prime rivolte sotto Giuseppe II furono sempre mal soggetti all’ imperatore, ora è forza di rinunziarvi, li stabilimenti in Italia li verranno resti-