64 il fatto forse, ma sull’ esempio del ducato di Cleves, vorrà por màno nelle venete provincie di là del Mincio, e la sovranità dell’ Eccellentissimo Senato sarà sempre più lesa ; io sono sicuro nella saviezza della Repubblica, che non darà orecchio alle seducenti parole del Direttorio e del Bonaparte, come non l’ha fatto mesi sono, e, per quel eh’ io credo, nemmen poco tempo fa. Oh ! se li Bresciani e Bergamaschi si unissero coi nostri, allora potreb-b’ esser certa la casa d’ Austria di por fine alla guerra con una pace ragionevole. » E mostrando la facilità di chiudere il passo verso il Tirolo, soggiunse : « In verità che da quella parte sta in mano del Senato il ridurre alle estremità i Francesi. » E siccome il Grimani mostrava voler deviare il discorso, il barone di Thugut tuttavia insistendovi, preselo per la mano e gli disse : « Ella, m’imagino, non avrà commissione su di ciò, ma intanto le dico in via di riflessione che il movimento delle popolazioni venete, sostenuto che sia dal Senato, può impedire un’ alterazione all’ antico si-stoma d’Italia, può tenere in soggezione la Spagna, che ha delle idee pel duca di Parma, e il re di Sardegna che vorrebbe aver di più in Italia .... Le intenzioni dell’ Imperatore sono che per nessun motivo venga alterato il sistema che v’ era in Lombardia avanti 1’ entrata de’ Francesi in Italia. Per quanto potrà, certo l’Imperatore non darà mai mano alli progetti delle due potenze, e certo poi io spero che non riusciranno. Signor ambasciatore, l’interesse della casa d’Austria e della Repubblica in adesso sono conformi ; io non voglio alcuna risposta su di ciò, mi apro solamente per via di riflesso, e non è il ministro degli affari esteri che le parla. » Rispondeva il Senato all’ ambasciatore solo il 22 approvando la sua condotta relativamente al ministro Thugut