69 guardia, il Proveditore era sparito, un panno bianco attaccato alla finestra del quartier generale era segnale che cessar dovesse il cannonamento, il quale allora taceva. Il Proveditore infatti per salvar il paese che cominciava a rumare, avea fatto alzare la bandiera bianca ritirandosi egli sopra i vicini monti ove pur gli abitanti si salvarono, e mandando di colà nuovamente il tenente d’artiglieria Monti per trattare. Tutto invano, il comandante francese persisteva sul pronto disai’mo del paese e delle valli ; la forza armata resisteva ancora ; il Proveditore pubblicava un manifesto in cui diceva eh’ egli non poteva comandare alle popolazioni di disarmare, siccome cosa contraria al suo ufficio, ma che rimetteva alla libertà del popolo la decisione, senza per altro rinunciare per questo atto a quella sovranità che la veneta Repubblica avrà sempre diritto di reclamare (1). Attese quindi il Proveditore a mettere in salvo le munizioni (2), si recò in Idro ad abboccarsi personalmente coi capi di tutte le valli e disporre que’ provvedimenti che si credevano allora indispensabili, potò finalmente ottenere dal comandante francese una dilazione di due giorni per poter ricevere le intenzioni del suo governo. Tanto le truppe di terra francesi quanto la flottiglia si erano indi allontanate dirigendosi a Peschiera, e il Proveditore era tornato a Salò. Due giorni dopo però scrivevano da Vertone i Sin-daci di Val Sabbia al Proveditor generale (3) : «E caduta Salò. La valle Camonica già per certissimi riscontri si sottomise ai ribelli. La metà della Val Trompia e parte delle (1) Lett. Rappr. Verona. (2) Ibid. 13 aprile. (3) Ibid. 15 aprile.