342 Oggi riceviamo anche 1’ altra ducale 25, mancanti per quanto ci disse il corriere di una intermedia. Ci duole, che resterà pure inseguita, ma VV. EE. avranno campo di darvi passo a Treviso. Purtroppo da parziali rappresentazioni sopra 1’uno o 1’altro argomento, ben lungi, che si esaurisca il fonte de’ ripieghi, e de’ pretesti, la esperienza mostra, che non si fa altro più che secondarlo. Se VV. EE. devono intraprender negoziazioni con Bonapart« in tanta urgenza, fatalità, e importanza d’affare, riguardante il Governo, il popolo, 10 Stato, non sapressimo sperarne buon esito, che quando lo si potesse piantare su basi di reciproca utilità, per cui o tutti o almeno alcuni dei predetti oggetti si salvino. Ci duol anche non poter dar a V. Serenità notizie della pace. Il segreto, sotto cui si custodiscono, è impenetrabile ; quando Dio non voglia, sia misterioso, come sarebbe, quando mai fosse pattuito l’indicato partaggio, dovendo precedervi la conquista dei luogi da darsi alla casa d’Austria. Coll’opportunità d’ un espi-esso, trovato di ritorno per Vienna, ci siamo presi l’arbitrio d’istruire dello stato dell’ affare quell’ eccellentissimo ambasciatore, la cui nota prudenza da un canto non lascia sospettare di abuso, e la sua destrezza, ed esperienza dall’ altro può predisporre molto li comandi, che fossero per impartirgli V. Serenità, e W. EE. Non possiamo nè meno tacerle, che nell’andar abbiamo trovato da Pontieba a Clagenfurt sparso il corpo di truppe, che a Gemona 11 generale Du-Farmè ci disse a 18 mila uomini, e che sarà o poco o meno ; e nel ritorno abbiamo trovato in piena marcia per Palma un corpo di 4000 fanti, comandato da Bernardot, e un gran numero di cavalli. Dolentissimi del mal esito di nostra missione anticipiamo il presente per seguirlo immediate senza rimorso di non aver contribuito, quanto era della tenue nostra opera all’ insuperabile affare : non possiamo che invocare dal supremo dator de’ consigli a quelli, che vuol conservar la serenità di mente, e la robustezza d’animo, che ne sono gli istruraenti, a V. Serenità, e a W. EE., onde la patria in questa imminenza di pericolo trovi riparo nella sapienza loro, che ha preservata, e felicemente governata per tanti secoli. Grazie. Gradisca 28 aprile 1797. Francesco Dona deputato. Luxardo Zustinian deputato. (a pag. 301).