173 dell’ albero, da cui si predicevano funestissime, spaventevoli conseguenze nella moltitudine e specialmente per parte degli Schiavoni. Invano s’alzavano due dei consiglieri Giulio Antonio Mussato e Giovanni Minotto e i cinque savi di Terraferma Guido Erizzo, Nicolò Vendra min, Giuseppe Priuli, Girolamo Querini e Giovanni Battista Corner ad insistere non si precipitassero le cose e si attendesse il risultamento delle pratiche col Bonaparte a Milano, dichiarando illegali le presentate carte, incongruenti le persone da cui partivano (1), che la considerazione dell’ imminente pericolo prevalse, aggrandita viepiù da una lettera del Morosini, il quale dichiarava che senza il soccorso di nuove forze egli non avrebbe assolutamente potuto mantenere la tranquillità interna (2). E pertanto in quella furia, in quello sbigottimento veniva proposta ed accettata una carta che conferiva al Dona e al Bat-tagia l’incarico di recarsi al Villetard per vedere di ottenere da lui ogni possibile dilazione e modificazione, uniformandosi del resto al desiderio del generale Bonaparte, salvi tutt’ i riguardi di sicurezza, tranquillità ed interesse della nazione (3). I deputati nuli’ altro poterono ottenere dal Villetard in una lunga conferenza se non la dilazione dal giorno 10 al 14 necessaria per sottoporne al Maggior Consiglio la deliberazione, mentre altrimenti per la stringenza del tempo la Consulta avrebbe dovuto assumerne la grave malleve- (1) Raccolta, 259. (2) Ibid. (3) Sottoscrissero : il doge Lodovico Manin, Steiano Valier, Leonardo Dona, P. A. Bembo, Marco Soranzo, Gio. Alvise Da Mosto, Gio. Molin, Filippo Calbo, G. A. Ruzzini, Alvise Pisani. Si assentarono per non sottoscrivere : Giulio Antonio Mussato e Giovanni Minotto consiglieri ; Guido Erizzo, Nicolò Vendramin, Giuseppe Priuli, Girolamo Querini, Gio. Batta Corner, Savii di Ter-raferma.