61 quelli che con le armi aveano tentato di violentare i loro sentimenti e costringerli alla rivolta, e che se i Polacchi avessero imitato i Francesi che si erano ritirati, e si fossero astenuti da ogni cooperazione, nulla sarebbe succeduto. » Così adunque confortate le popolazioni continuavano nel blocco di Brescia (1), e alcuni scontri loro riusciti vantaggiosi, davano tanto più a pensare ai Francesi, onde il generale Ballami ritiratosi da Verona nel castello s. Felice (2) teneva i saldati in continuo allarme. In quell’ agitazione degli animi, nell’ incertezza delle cose del Tirolo, nel bisogno di assicurarsi le spalle pel caso d ’ una ritirata, il frenare quel moto Veneziano diveniva una necessità. E per dare maggiore apparenza di giustizia a quanto avevasi in animo di eseguire, fa fatto comparire prima nel giornale di Milano il Termometro “politico del B aprile, poi in quello di Bologna, ed in altri un violento manifesto attribuito al Battagia, con tre date diverse, cioè 20, 22 e 28 marzo del seguente tenore : Noi Francesco Battagia per la Serenissima Repubblica dì Venezia Provveditore estraordinario in Terraferma, « Un fanatico ardore di alcuni briganti nemici del-1’ ordine e delle leggi eccitò la facile nazione bergamasca a divenir ribelle al proprio legittimo sovrano, ed a stendere un’ orda di facinorosi prezzolati in altre città e provincie dello Stato per sommovere anche quei popoli. Contro questi nemici del principato noi eccitiamo i fedelissimi sudditi a prender in massa le armi, e dissiparli e distruggerli, non persona chiunque si presenterà armato.... ordino di ristabilire a colpi di cannone la comunicazione fra la Lombardia e il generale in capo ecc. » (1) 8 aprile Delib. Sen. T. F. mil. (2) Lett. Giovanelli 8 aprile Raccolta, II, pag. 82.