243 perciò disposta a mantenere Venezia nel possesso delle sue isole del Levante e proteggerne il traffico, al quale oggetto mirava appunto la presente spedizione a quella volta ; e sotto questo pretesto concludeva : « con questo senso v’impadronirete d’ ogni cosa, cercando per altro di vivere in buona concordia e di far passare al nostro servizio tutt’i marinai ed impiegati dell’ armata della Eepubblica, alla quale darete sempre il nome d’armata veneziana.» Tutto veniva eseguito appuntino. Impazienti d’ ogni ritardo, i comandanti francesi eccitavano, spronavano la Municipalità di Venezia ad approntare i richiesti navigli (1). Scioglieva il 13 giugno la flotta franco-veneta le vele da Venezia (2) dirigendosi a Corfù, preceduta da una lettera dei Municipalisti al Widmann, al quale, esposti gli avvenimenti e la seguita riforma, dicevano : « La Municipalità nostra, riguardando gli abitanti tutti delle isole e dei luoghi del levante come suoi fratelli, e mirando al loro bene, crede necessario di mettere a profitto il vostro zelo e l’opera vostra per conseguirlo : voi, colla vostra condotta franca e disinteressata, con la vostra giustizia, avete saputo, anche in mezzo ai sommi difetti del-l’antico governo, mostrarvi onesto cittadino. Si tratta di preparare gli animi degli abitanti delle isole e di quelli che fanno parte della veneta nazione nel continente limitrofo ottomano, e di far loro comprendere i massimi vantaggi che loro si preparano dalla democrazia, procurando però, nell’ esternare queste preliminari nozioni delia loro felicità, che non si prorompa in dissoluzione d’ ogni ordine, in islanci d’entusiasmo mal collocato, acciocché l’or- (1) Municipalità Comitato segreto, Conferenze Comitati. (2) Erano i legni veneti: V Eolo, la Gloria, il Castore, il Cibele, due galere, ed altri legni da trasporto ; ibid.