268 ottenersi senza la generai unione delle città che oggidì, spezzate col mezzo delle vostre armi le catene di schiavitù che le opprimevano, godono in essa la libertà degli antichi lor padri. Tale è il voto universale della Repubblica Cisalpina, delle tre legazioni sottratte al giogo teocratico, della veneta terra ferma, e degli abitanti della stessa Venezia. Comuni gl’ interessi e pari i pericoli, eguale è in tutti e ferma la volontà e la determinazione di aspirarvi. Favorito, come siete, cittadino ministro, di lumi estesi e conoscitore abbastanza della natura delle cose umane, sarete certamente convinto, che inutili sarebbero i sagrifizii, e gettati gli sforzi sinora incontrati, se uniti in massa i mezzi e le forze non si avesse a provvedere alla reciproca futura interna ed esterna sicurezza e ad ottenere quei vantaggi che una felice posizione promette. La Francia vi è altamente interessata per la sua gloria, non meno che per il suo vantaggio ; conviene ad essa preservare questa bella parte d’ Europa nella sua integrità ; impedire per sempre che la casa d’ Austria possa penetrarvi, e valersi delle sue ricchezze per sostenere le guerre che da epoche lontane hanno turbato la tranquillità del Continente ; metter sua gloria nell’ assicurarne la indipendenza e la prosperità. Nè 1’ uno nè 1’ altro di questi due grandi oggetti potrebbonsi sperare senza l’unione. Due o tre Repubbliche, che si pensasse mai di conformare nei paesi rigenerati, un sistema federativo che si cercasse d’introdurre, lo prova la storia, lo dimostra il genio nazionale, non varrebbero che a rinnovare gli antichi ben tristi esempi di fatale rivalità, da cui gli aristocratici non lascerebbero al certo di trarre partito. Di più ; quale speranza sorger mai potrebbe che provincie isolate, necessariamente poco fra esse d’ accordo, e forse dai nemici della libertà ridotte rispettivamente nemiche, resister