108 bagagli dirette a Vicenza, ma invece furono fatte prigioniere (1). Opere di crudeltà e di sangue, esorbitanze intollerabili cominciarono. Il cappuccino predicatore, che era il frate Luigi Colloredo, i conti Francesco degli Emilii ed Augusto Verità (2) e Malenza, furono tratti a morte. San-fermo ebbe molto a soffrire ; fu espilato il Monte di Pietà, imposta una taglia di centoventimila zecchini, ed altri cinquantamila di caposoldo pei soldati (3) ; tolte sforzate d’ogni specie nella città e nelle campagne, case spogliate, tanti gli arbitrii, tante le violenze, che lo stesso generale Augereau venuto al comando della città mostra-vasene inorridito e scrivevano a Bonaparte (4). Tali furono i fatti che contrassegnarono il passaggio di Verona dal dominio veneziano alla libertà repubblicana di Francia. (1) Così nella Species facti mandata dal Senato ai deputati a Bonaparte il 29. Raccolta II, 208. (2) Colpevole del carteggio con Laudon per ottenere soccorsi. Lo riconosce lo stesso Erizzo nel suo dispaccio 26 aprile. (3) Queste imposte ed altre spogliazioni leggonsi in una lettera dello stesso Bonaparte sotto il titolo Arrêté pour Verone, Milan 17 floréal (6 maggio) Correspondance de Napoléon I, t. III. (4) Kilmaine invece scriveva a Bonaparte : Il y a eu un peu de pillage, mais cela se réduit à peu de chose. 19 floréal (8 maggio). Recueil des pièces relatives aux affaires de Venise. Miscellanea 161 alla Marciana. Arriva a dire che gli assassini erano stati d’ accordo con Ottolini podestà di Bergamo, con cui aveano patto formale di dividere le spoglie !