138 scrittura Giuseppe Priuli, e da questo trasmettere al Savio di Settimana Alessandro Marcello, una lettera. In mezzo alla generale ansietà fu aperto il foglio, e si trovò contenere un ragguaglio spedito per espresso dal cavalier Tommaso Condulmer dal bordo della flottiglia posta nelle vicinanze di Fusina. Rendeva conto dei lavori che cominciavano a fare i Francesi sulla palude verso la Laguna, del loro avanzarsi sempre più verso Venezia, del tentativo di spingervi coll’ aiuto delle botti qualche picchetto di soldati. Aggiungeva che però s’impegnava di distrugger loro col cannone tutte queste operazioni, ma che prima attendeva la deliberazione de’ Savi. Intanto in quelle camere, benché le finestre fossero chiuse, e in qualche distanza dal canale, pareva udirsi qualche colpo di cannone, e veramente già da qualche ora prima di sera da chi si trovava sulle Zattere se n’ erano uditi parecchi. La costernazione e l’avvilimento nella conferenza crebbero a dismisura, e il doge principalmente passeggiando su e giù per la stanza, lasciava intendere le parole : Sta notte no senio sicuri nè atiche nel nostro letto. Alcuni già proponevano la resa (1), ma il Savio alla scrittura Giuseppe Priuli, Nicolò Erizzo III e gli altri Savi di Terraferma dissero, eh’ essendo massima costante del Senato di difendersi, non conveniva da questa dipartisi; e fu deliberato il seguente da mo’ da mandarsi prontamente al Condulmer. » 1797, 30 aprile Mandantibus sapientibus. E da mo’ le circostanze rilevate dell’ innalzamento di terreno e parapetto e sgombro di canali, non che di truppe (11 La Raccolta, pag. 218, dice il oav. Pietro Dona e G’an Antonio Ruzzini ; il foglio Cicogna però non ne fa motto.