185 non avessero potuto scioglier le vele, si disarmassero e custodissero in una delle isole della laguna ; si mandassero tosto a Mestre tutte le barche cannoniere e altri navigli opportuni al trasporto dei Francesi in Venezia, affinchè aiutassero le truppe nazionali a mantenere il buon ordine (1). Ogni tentativo di dilazione fu inutile ; Villetard insisteva, e fu d’uopo alfine di convenire, che sarebbero mandate le barche per levare quattro mila uomini, dei quali però soli mille duecento sarebbero entrati in Venezia, gli altri ripartiti nelle isole e nei castelli, e si leverebbero in due volte, la metà nella domenica 14 e il rimanente nel lunedì. Le quali cose regolate, il Villetard partì per Mestre, lasciando in suo luogo, per quanto avesse potuto occorrere, Andrea Briche. Doloroso ma necessario passo e sommamente difficile era quello di comunicare con un pubblico bando al popolo la condizione vera delle cose, e l’imminente ingresso delle truppe francesi. Dopo la pubblicazione di siffatto bando, causa di generale orgasmo nella città, gli ambasciatori inglese e russo insistettero vivamente per ottenere i loro passaporti, eh’ ebbero nella sera. Col signor di Mordinoff partì anche 1’ Entraigues, che fu poi arrestato a Trieste allora occupata da’ Francesi nella stanza stessa dell’ambasciatore (2) e condotto a Milano. Seppe evadere e si ritirò a Vienna. Erasi fino dal giorno innanzi scritto ai varii ambasciatori alle Corti estere dando loro notizia dell’ avvenuto (3), eseguito il pagamento di tremila seicentosessantasei zecchini alla truppa schiavona (4), incaricato il nobile (1) Delib. M. C. Filza. (2) Esatto Diario. (3) Raccolta 272. (4) Delib. Doge e Signoria. Vol. X. 24