199 presentativi), nel qual proposito i deputati furono invitati a presentare un progetto il dì seguente. In un nuovo colloquio con l’Haller, questi, senza far più cenno alcuno del discorso tenuto la mattina, dichiarò impossibile con un Governo rappresentativo la conservazione del Maggior Consiglio, anzi della nobiltà veneta, che n’ era 1’ elemento. Risposero i deputati che se ne potrebbe benissimo conciliare l’esistenza, limitandone i poteri alla città e all’elezione dei membri del Corpo rappresentativo, ma eh’ essi, suoi plenipotenziari, non potevano giammai per riassodare l’amicizia colla Francia distruggere il loro committente. Si occuparono quindi il dì 8 ciascuno della formazione d’un progetto che poi lessero insieme e ridussero ad uno solo, ma essendo il Donà malato, al letto, nè volendo gli altri due operar alcuna cosa se non tutti d’ accordo, si scusarono del ritardo col Bonaparte, il quale, forse di buon umore in quel momento, lor disse che riavrebbero non solo le città naturalmente suddite, ma che inoltre era suo pensiero aggiungervi la Romagna e Ferrara, e forse Bologna, chiudendo colle parole : Sarete eredi del papa. Li trattenne a pranzo, e stabilì il convegno pel dì vegnente. Intanto il Lallement trasferitosi al letto del Donà, insisteva per ben un’ora e mezzo sulla necessità del discioglimento del Maggior Consiglio, dichiarandone l’esistenza inconciliabile colla natura del nuovo governo, di cui vo-levasi piena ed assoluta la democratizzazione, con valide guarentigie però di sicurezza alla zecca e pel provvedimento dei nobili poveri. Il domani, allorché i deputati rappresentarono al Bonaparte il tracciato progetto, ebbero ad udire da lui, con grande loro stupore, le medesime idee già espresse dal-