321 lo alla musica, che dall’ Esule di Roma p. e., dal Roberto conte di Parigi sia lecito togliere le cavatine e le arie, per farne quindi dono all’^n-na Bolena? Certo non si dirà che il quidlibet audendi... acquapotestas venga inteso con troppo rigore nella musica, e di questa potestà molto si giovarono appunto, come nella Straniera così anche nell ’Anna Bolena.Se n’è giovala madama Giuditta nella sua cavatina; se n’è giovato il Donzelli nella sua aria; ora se ardissi di fare una nuova domanda, chiederei quale pensiero fu il loro, giacché quelle sostituzioni non valsero meglio dell’originale, nè sono per niente piaciute; e questa è pretta storia, e la mia opinione non c’entra per nulla. 11 pubblico se ne stette dunque quasi impassibile, queto com’olio; alcune mani ben si levarono a battere alla fin di que’canti; ma appunto perciò eh’erano alcune, i cantanti non se ne mostrarono nè meno fuori. Con questa passiva, o negativa disposizione che dir si voglia, passarono tutti i pezzi musicali del prim’atto: passò l’aria di Giovanna, la Tadolinij passò il suo duetto con Enrico, Cartagenova j passò il quintetto, e quivi anzi i cantanti se ne sconcertarono sì fattamente che se ne ruppe 1’ unione : e la Pasta, il Donzelli e il Cartagenova j il Cartagenova, il Donzelli e la Pasta non si ritrovarono insieme se non alla caden-