L’cc INDIPENDENTE )) - DISORDINI E DIMOSTRAZIONI 499 pressione su Vidacovich e sull’Indipendente, chiedendo si moderasse l’azione e si adottasse una politica d’altalena. Bisognava provvedere. «Trieste e lTstriasi riuniscano—scriveva nel maggio 1883VIndipendente — e tutti quelli che amano la civiltà italiana si scuotano e si pongano al lavoro e pensino di provvedere al presente con intelligente riguardo all’avvenire ». Il giornale si riferiva anche ai nuovi sintomi del movimento slavo, che, fortissimo già di là dalle Alpi e nella Giulia, dava i primi sussulti anche in città. Ma si riferiva soprattutto alle minaccie della reazione austriaca. Di essa si ebbero prove eloquenti il 17 agosto di quell’anno, quando plebaglia sobillata da organi governativi invase e saccheggiò i locali della Società Ginnastica e compì altre gesta del genere in città. Nacquero gravi disordini, durati le sere seguenti, nei quali corse sangue: una guardia di polizia fu uccisa, un redattore del giornale ufficioso tedesco e altri provocatori furono feriti. Parecchi cittadini, fra cui Lorenzo Bernardino, Giovanni Longhi, Antonio Indri, Carlo Sfetez, finirono nelle prigioni. La reazione della città non s’arrestò li. Nel novembre, rappresentandosi al Politeama la Marinella di Sinico, quando il coro cantò: « sotto i patrii nostri stendardi—cadrà l’orgoglio dell’oppressor», scoppiò tale una dimostrazione di sentimento italiano e antiaustriaco, che la polizia intervenne, sospese lo spettacolo, cacciò il pubblico dal teatro e fece alcuni arresti. Ma anche la reazione governativa non stava sul poco. Le i. r. autorità fecero arrestare Enrico Iurettig, allora direttore delVIndipendente, e Riccardo Zampieri, suo redattore, accusandoli anche di avere scritto « articoli in cui erano esaltati i nemici dell’Austria e specialmente il colpevole di alto tradimento Guglielmo Oberdan ». Iurettig (sospettato già nel 1882, perché si era detto che Oberdan fosse stato raccomandato a lui da Mosettig, allora emigrato a Brescia), gettato nelle carceri di Suben, vi rimase oltre due anni in mezzo a sofferenze, di cui narrava poi le atrocità, e dalle quali affranto, morì non molto dopo la sua liberazione, con grave lutto dei cittadini. Se la città avesse voluto riposare, non gliene avrebbero lasciato modo i suoi avversari. La polizia era stata in moto tutto 1 ’84, facendo continui arresti. Nell’85 gli Slavi, dovendosi eleggere un deputato nella « curia » territoriale, vennero a fare la loro dimostrazione in città, riuscendo a frustrare un debole tentativo dei patriotti, che avevano contrapposto il garibaldino Leopoldo Mauroner al candidato sloveno. Questi