l’atteggiamento della città 113 con la forza in città, o accordandosi con alcuni mercanti triestini per uno stratagemma. Ma non fu seguìtp. Marco Loredan, quello stesso anno, avendo avuto il sopravvento sugli arciducali in Istria, chiese rinforzi per muovere all’attacco di Trieste. Non ne potè avere: anzi dovette darne. Nell’aprile del 1617 il Petàz mise in mare un’armanizza, che riuscì a portarsi verso Caorle e a far qualche danno ai Veneziani. Poco dopo lo stesso Petàz e qualche altro diedero aiuto di quattro barche triestine agli Uscocchi del Ferletich, che tentarono invano un colpo su Pelle-strina. Questi fatti irritarono anche più la Repubblica veneta, le cui navi (benché occupate a trattenere la flotta dell’Ossuna, viceré di Napoli, che era entrata nel Golfo per far pressione sulla Repubblica, peggiorarne le condizioni e spingerla alla pace) strinsero il blocco alla città e fecero altri guasti nel suo territorio. Nell’agosto 1617, quando la città non ne poteva più della paralisi e della miseria, arrivò in porto una nave spagnola, con bandiera dell’Os-suna e comandata da un corsaro inglese, di nome Elliot. Fu accolta con molte feste ufficiali. Doveva, dice lo Scussa, fare la guardia al porto, e fabbricare galere. Invece non fece nulla: l’Elliot licenziò una parte dell’equipaggio e l’altra non fece altro se non eccitare tumulti, venendo frequentemente in conflitto con la popolazione. L’Elliot si trovò alle prese con lo stesso Consiglio maggiore. Domandò legname per costruire delle navi da mandare in corso contro Venezia. Gli fu negata la richiesta, perché si rifiutò di pagare le tasse che il Consiglio gli voleva imporre. Scrisse a Vienna, protestando aspramente contro i Triestini. Vennero da lassù ordini severi. Rispose il Consiglio di non aver chiesto tasse, ma un tributo per le chiese e per i poveri e protestò contro i disordini suscitati dalla gente dell’Elliot. Il Consiglio affermò la sua sviscerata fedeltà all’Arciduca: ma nessuna nave si alzò sugli squeri. E’ sintomatico del rancore e della stanchezza, che dominavano in città, l’ostruzionismo esercitato contro l’Elliot. Se veramente avessero voluto « veder rintuzzata la malvagità dei Veneziani », come scrivevano, quei del Consiglio non avrebbero inventato... il tributo alle chiese e ai poveri per impedire aH’Elliot di fare le navi. Vedevano, invece, che la guerra non si vinceva e comprendevano che la sola a pagaie il fio sarebbe stata la città. Storia di Trieste, vol. II. 8