3)6 fosse inteso egualmente dulie due parti. Quello però eli’è certOj e su cui non può cader controversia, è che la Striscia, in s. Benedetto ricuperò tutti i suoi doni, e che non ne fa più desiderare la Sbriscia d’un altro dì, die il Bove-re, meno qualche sguaiataggine di cui anche si corresse nelle sere susseguenti, cantò la sua parte di Michelotto con la perizia d’un attor consumato, che il Negrini cantò assai bene in ¡specie il duetto, sopraccitato, come bene assai e con quella dilicalif maniera che ognuno sa, cantò la Bottrigari all’ Apollo e la cavatina e il duetto col basso, e il duetto col tenore, il Gatn-berinij ch’ebbe egli pure la sua parte d’applausi, ed un’aria di Bellini alla fine, che fece un piacere grandissimo. Gli andò del pari nel duetto succitato il Guseetti, che non ebbe però egual sorte nel duetto della pistola, quantunque male non se ne disimpegnasse il buffo comico Negri che ne fu talora applaudito. L’orchestra fa qui all’Apollo le sue parti con una certa tranquillità di contegno, come uno se ne può accorgere di leggieri, a certe enormi larghezze di tempi, da qual parte derivi la causa. A s. Benedetto è bella la prima tela, all’Apollo una delle ultime, nell’uno e nell’altro eguale la decenza dell’altre decorazioni : quelle però di s. Benedetto son note per pili d’un benemerito, se non lungo, servigio.