DOMANDA PER UN’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI 221 e con dissertazioni accademiche. Migliore fra gli arcadi fu Andrea Giuseppe Bonomo, morto nel 1797. Coi tipi del Coletti pubblicò due studi storico-archeologici (Sopra l'origine degli antichi conti di Gorizia e Dissertazione sopra le monete dei vescovi di Trieste, 1788). Lasciò altri studio-li storici e alcune cose inedite. Gli si attribuiscono le prime sei annate di un Almanacco ecclesiastico, storico, politico, commerciale di Trieste, uscito dal 1791. Nel 1790, un mantovano, divenuto poi triestino sino alle midolla, il dott. Benedetto Frizzi, iniziò la pubblicazione d’un Giornale medico e letterario di Trieste. Maggior riguardo si conviene a Luigi Pasquali, che scrisse apprc-z-zatissime Istituzioni d’estetica e un Saggio del diritto naturale, in senso antirussoiano. Arrivò alla cattedra di estetica all’Università di Padova, dove mori nel 1824. « Nous avons une quantité des lettrés ed des Poètes ici, entro autre l’abbé Compagnoni, qui a chanté la grote de Cornial », scriveva il barone Pittoni nel 1795 allo Zinzendorf, ma esagerava non lievemente. L’ambiente letterario della città rimase sempre molto modesto. È innegabile però che c’era un desiderio di maggior ricchezza spirituale, di maggiore cultura, specialmente nell’ambiente dei patrizi. Documento singolare e caratteristico è l’istanza presentata, nell’agosto del 1774, all’intendenza, affinché propugnasse presso la Corte l’istituzione d’un’università completa a Trieste: l’istanza porta la firma del vescovo, del decano capitolare, dei giudici rettori e di ventisei cittadini del Consiglio. Essi rilevavano l’opportunità del sito della città, il contatto che vi si aveva con genti e con lingue d’ogni parte del mondo civile, la necessità di avere gente educata nelle leggi e negozianti non ignari delle scienze e delle arti, il bisogno di un clero altamente istruito causa le molte religioni che si professavano in città e di una scuola dell’architettura civile e della meccanica « per avere buoni allievi atti a dirigere le fabbriche che si facevano senza osservare l’ordine d’una retta architettura ». Se un’università completa non si poteva avere, era umile petito dei cittadini che « fosse fondato uno Studio filosofico,giuridico ed ecclesiastico». L’Intendenza raccomandò di prendere in seria considerazione la richiesta, ma essa finì negli archivi della Camera aulica, dove giace tuttora. Negli ultimi decenni del secolo, i commerci e lo sviluppo della città crearono nuovi ambienti sociali, introdussero i costumi delle altre città