59^ GLI IMPEDIMENTI DELLA VITA SPIRITUALE Vannucci, del Berchet e dell’Aleardi. Proibite le storie del Risorgimento e gran parte di quelle dell’Italia moderna. Vietatala vendita delle poesie di Giosuè Carducci: proscritte inesorabilmente tutte le opere contenenti espressioni d’amore per l’Italia. Provvedevano i librai o i loro éommessi a favorire il commercio clandestino delle opere proibite, alle quali, naturalmente, il divieto faceva il più efficace richiamo. Di più, data l’intensità del commercio librario, la polizia non lo poteva sorvegliare, né aveva più gli uomini e i mezzi per lo spionaggio vessatorio. Non è men vero che quelle opere, se trovate, erano sequestrate e che ogni tanto Compariva sul giornale ufficiale un decreto della procura dello Stato, che metteva all’indice dei libri. Nelle scuole era vietato ogni particolare insegnamento della storia moderna dellTtalia: ci si doveva fermare al 1815, essendo concesso tutt’al più qualche cenno degli avvenimenti posteriori, con mille scuse per le sconfitte austriache. Gli insegnanti però — specie negli ultimi tempi —preferivano non insegnare, quando dovevano parlare di vittorie austriache. Vietato anche l’insegnamento della storia di Trieste. I testi per la lettura e per la storia erano sottoposti non soltanto alle commissioni competenti, ma anche all’esame della polizia. Gli scrittori di storia locale spesso costretti a passare sotto un rigido vaglio di censura politica. Nel 1873 il Dellagiacoma fu espulso dal ginnasio e costretto a emigrare a Fiume per uno studio sugli avvenimenti triestini della seconda metà del xvi secolo, pubblicato nell’an-nuario della scuola. Parve atto di molto coraggio che il Cavalli avesse intitolato Decadenza il capitolo della sua storia, che seguiva alla Dedizione all’Austria. Molto spesso, forse anche troppo spesso.il timore del sequestro ridusse gli scrittori — per esempio il Caprin — a abbandonare intere partite politiche nella storia dei tempi che narravano. La polizia era talvolta molle in questa materia, anche perché di poca intelligenza, ma nessuno sapeva quando sarebbe stata dura e quando negligente. Viceversa, appunto l’ignoranza le faceva talvolta calcare la mano con stupida violenza. Così proibì la vendita del libro antirredentistico del socialista Vivante, che invece era tanto favorevole alle tesi antitaliane, che, durante la guerra, il governo austriaco ne curò ufficialmente la traduzione francese in Svizzera. S’aggiunga a quanto abbiamo detto il fatto, che le lotte politiche e la difesa nazionale non davano pace all’ambiente e imponevano un continuo contributo d’azione a chiunque