LA VIOLENZA DELLA REAZIONE E IL PATRIOTTISMO 343 che la sua ora non era sonata, lasciò però in quelli che vi avevano partecipato la convinzione, che — scrissero l’Orlandini e il Valussi — il sentimento del popolo triestino era italiano e che le simpatie dei Triestini, in quanto si potevano dir popolo, erano per l'Italia e che essi si sentivano italiani nell'anima. In quello stesso giovedì, 23 marzo, il piroscafo Trieste del Lloyd, giunto a Venezia, seguendo senz’altro l’invito del popolo, abbassò la bandiera austriaca. Alla sera al Teatro Fenice si gridò ancora evviva a Trieste. E nello stesso giorno, a Roma, Francesco Dall’Ongaro sottoscrisse anche a nome dei patriotti di Trieste e della Regione Giulia l’indirizzo nazionale a Pio IX, chiedente la convocazione d’uria Dieta italiana. Il tumulto suscitato il 23, com’è naturale, durò ancora il 24 marzo. Il partito del Bruc k e degli aitri mercanti austriaci suoi pari e del governo, « tolse l’infima plebe, la feccia del volgo, dalle béttole e dai lupanari, la comperò, l’accarezzò, l’ubbriacò, poi la gettò come iene per la città e, dove vedete, le dissero, coccarde che non sieno austriache, strappatele, insultate, percotete, sarete impuniti e pagati... ». La volgarità e la brutalità delle dimostrazioni lasciarono un fondo d’amarezza in tutti i patriotti e ne durò dolorosa memoria. Le coccarde tricolori furono strappate, come a Verona. Per eccitare più vivamente la gente a metter la coccarda bianco-rossa, si diede ad intendere falsamente che erano, non i colori dell’Austria, ma quelli di San Giusto. Colluttazioni avvennero anche nella grande galleria coperta del Tergesteo. Alcune guardie nazionali, non ostante tutto, intervennero con coccarde tricolori: nacque un tumulto, poiché un mercante italiano, ma non triestino, propose che quelle guardie si espellessero dal corpo. Avvenne qualche fatto molto grave che non conosciamo ancora, ma che condusse all’arresto del comandante del porto: forse fu un tentativo contro le navi da guerra austriache o uno per farle partire. Le due navi furono disarmate. Le gravi agitazioni cessarono col giorno 24. Orlandini era stato allontanato dalla città con la forza: molti altri furono invitati a partire, altri partirono spontaneamente. « A schiere » (schaarenweise), scrisse più tardi il Salm, gli aderenti del « partito italiano » lasciarono la città. Ma le autorità sapevano che sotto l’enorme peso delle loro forze ardeva la passione dei patriotti. La Guardia