290 LA CONTINUA CRISI DEI COMMERCI le frontiere naturali sulle Alpi Giulie, sino al Ouarnaro, ad oriente di Fiume. Anche fuori della città non mancavano figli suoi nell’azione rivendicatrice della Patria. Giuseppe Jordan, triestino, era implicato nel processo per tradimento, avviato nel 1840 contro Vincenti a Verona. Nel 1841 Antonio Snider s’affigliava in Parigi alla Giovine Italia e agitava contro l’Austria, con l’animo esulcerato da molte ingiustizie sofferte. Dall’esterno penetravano in Trieste le idee liberali e nazionali col contrabbando dei libri, che si faceva su larga scala, favorito dai sistemi del portofranco, per i quali non era difficile l’introduzione di casse chiuse nella città. Nel 1840, dopo l’Orlandini, si denunziava il libraio E. Favarger per contrabbando di libri fatti venire da Bruxelles. L’anno seguente Giuseppe Aratti, già commesso dell’Orlandini, per libri di Capolago. Questi fatti mostrano con evidenza la diffusione delle idee liberali e le passioni che suscitavano. Le relazioni fra la città e il governo non mutarono molto dopo il 1840. Crebbero i malumori, poiché quell’anno e il seguente videro la crisi dei commerci aggravarsi ancora e molti negozianti fallire. Nel 1841 fu mandato come governatore del « Litorale » il conte Francesco Stadion, uomo alacre, d’ingegno positivo, liberale e abile nel trattare amici e avversari. Appena arrivato, volle conoscere le condizioni del commercio, le ragioni della sua molta etisia. Constatò e scrisse a Vienna: « invano ho cercato negli atti del tempo anteriore un solo principio direttivo, invano cerco di indovinare una sola idea nelle disposizioni prese ». L’autorevole condanna era confermata dai fatti. La crisi commerciale persisteva, anzi cresceva nel 1842. S’ebbe anche un tracollo nelle speculazioni edilizie, che rovinò larghi circoli. I commerci illanguidirono, tanto che dal 1841 al 1846 ci fu una diminuzione nel numero degli abitanti: 57.800 nel 1841 e 54.300 nel 1846. Invece di progredire, la città andava indietro. Anche il Lloyd attraversava difficoltà penose. Il disagio era pertanto generale. Lo Stadion si studiava di conoscerne le cause. Secondo lui, il commercio di Trieste aveva due basi: l’una artificiale, l’altra naturale. La prima, diceva in una lettera al ministro Kiibek (1842), dopoché l’Austria aveva cessato di esser potenza favorita in Turchia e il