Ó02 ARCHEOLOGI E LETTERATI opera sul Boccaccio, i suoi studi sul Petrarca e sugli umanisti. Ai margini dell’opera dell’Hortis lavorò don Iacopo Cavalli, benemerito per gli studi sul dialetto ladino. Giovanni Cesca, dovuto emigrare, oltre a parecchi libri di argomento filosofico, pubblicò alcuni studi di storia triestina. Carlo Kunz illustrò monete e medaglie. Don Angelo Marsich ebbe molta cura di documenti inediti. Un altro sacerdote ebbe gran passione per la compilazione di minute memorie triestine, don Pietro Tomasin. Coscienziosi compilatori furono, nelle loro aride guide storiche, Antonio Tribel e Ettore Generini. Di Alberto Puschi, direttore del Museo, più di alcune compilazioni storiche, valgono le esplorazioni archeologiche e i forti studi compiuti in continuazione di quelli del Kandler sui valli romani delle Alpi Giulie. Egli e Piero Sticotti, archeologo ed epigrafista dottissimo, fecero molte ricerche d’antichità nella Giulia, tra cui gli importantissimi scavi di Nesazio. Insigni veramente le già citate opere di Carlo Marchesetti, distinto naturalista (autore della Flora di Trieste), sulla preistoria della Venezia Giulia. Enrico Maionica dedicò lunghi anni e molteplici lavori allo studio di Aquileia, della sua storia, delle sue rovine e fu il primo che vi facesse scavi organici e scientifici. Più brillante e più popolarmente efficace di questi studiosi fu Giuseppe Caprin (1843-1904), la cui mirabile serie di volumi, ricercatissima dai bibliofili per l’accurata bellezza delle edizioni, dà un quadro vivissimo della Venezia Giulia, composto talora con erudizione, sempre con amore, con originalità, con fine gusto. Guardò a orizzonti più vasti l’architetto Domenico Pulgher, che pubblicò intorno al 1880 alcune opere sulla storia dell’arte bizantina, molto notevoli per quegli anni. Emigrò da Trieste per ragioni politiche anche Dante Vaglieri, che si conquistò elettissima fama come archeologo e epigrafista e come direttore del Museo Nazionale delle Terme-a Roma e degli scavi d’Ostia. Carlo Tanzi si distinse negli studi sull’antichità e sulla letteratura. Albino Zenatti e Salomone Morpurgo, tutti e due emigrati politici, sono i più chiari allievi della scuola del Carducci e tra i migliori che abbiano onorato gli studi letterari moderni. Il Morpurgo ha indimenticabili benemerenze come ordinatore della Marciana e della Nazionale di Firenze. Alla scuola del Carduccisi formarono anche Oddone Zenatti, morto troppo presto, e Guglielmo Padovan, gentile poeta e letterato: vi andò da Trieste anche Giuseppe Picciola. Furono questi emigrati, con Aurelio Salmona, i