IV NAUFRAGIO uadagnando con tenacia qualche metro o qualche mi- glio fra l’alterno aprirsi e richiudersi dei ghiacci e le fugaci schiarite della nebbia, la ‘ ‘ Stella Polare ’ ’ raggiunse Capo Flora dove gli uomini sbarcarono una riserva di viveri e lasciarono lettere per le famiglie. Cagni si chiuse in una capanna che aveva servito all’esploratore Jackson, per iniziare le osservazioni scientifiche. « Sdraiato a terra — ricorda il Duca nel suo volume — seguiva il movimento del pendolo, posizione tutt’altro che gradevole, con quella temperatura e con lo strato di ghiaccio che ricopriva il suolo ». Benché di carattere pratico e contrario ad ogni pedanteria, Cagni fu, quando occorreva, metodico e ordinato, e se qualcuno gli guastava un lavoro — come accadde a Que-rini che gli perdette un quaderno di faticate osservazioni — non conteneva il malumore. E si confrontava agli altri: « Devo essere diverso dagli altri o per lo meno da coloro con i quali debbo sempre capitare. Quando debbo fare o voglio fare una cosa non ho requie fintantoché la cosa non è fatta e non mi pare mai di aver fatto abbastanza. Ed ho sempre paura di mancare d’iniziativa nel tracciarmi un compito. Vi sono invece dei caratteri beati, delle persone felici che quando hanno fatto colazione, hanno pranzato ed occupato un paio d’ore al giorno a dare un’occhiata a ciò che succede intorno ad esse, sono soddisfatte e vanno a dormire col cuore contento ». Ma non si accontentava certo di constatare la differenza: si irritava anche. Finiva poi col raddoppiare il suo lavoro per supplire al minor rendimento altrui. Da Capo Flora i banchi di ghiaccio sempre mobili continuarono ad ostacolare l’avanzata. Ad un certo punto, ritenendo assolutamente preclusa la via, il Duca volle retrocedere per cercare altrove uno sbocco, ma fu tempo perso