8o COSTUMI DELLA NOBILTÀ quella specie di recintazione della vita morale. Ma sopra ogni cosa stava la povertà, che teneva lontani dalla scuola anche molti gentiluomini. Nel 1564 si dovette stabilire che i magistrati sapessero leggere e scrivere, perché se ne trovarono non pochi analfabeti. Alcuni gentiluomini mettevano a partito, a modestissime condizioni, la loro conoscenza dell’alfabeto. Spesso si vedono, tra le spese del Comune, piccole somme date a patrizi, che copiavano o scrivevano lettere per il Comune. Il patrizio Bernardino Barbo, per esempio, che lesse lo Statuto sopra la scala del Palazzo nel 1537, ebbe in ricompensa un paio di pollastri. Bene scriveva il già ricordato vicedomino Ottaviano de Cigotti nel 1541, in margine al suo registro di documenti: auruvi hac tempestate magni penditur, litere nihili — si tanti sapientia pende-retur quanti pecunia, nemo auro egeret. Anche la delinquenza non era rara tra i gentiluomini. Nel 1522 fu decapitato e squartato in piazza San Marco a Venezia un Piero de Trieste « richo de patrimonio et nepote del vescovo » (Bonomo), confesso di aver ucciso per rapina un ricco veneziano, dopo essere stato per due giorni in agguato nella sua camera da letto. Un altro Bonomo, nel 1564, era accusato di proteggere tutti i ladri dal giurista Garzoni, che lasciava un libello non troppo lusinghiero circa la vita dei gentiluomini del suo tempo. L’anno 1572 Lancilotto degli Argento uccise nella pubblica piazza il patrizio Giorgio de Baseggio. Risse e uccisioni mescolarono in sanguinoso tumulto, nel 1587, i Giuliani, i Bottoni, i Piccardi, i Mirissa e i Bonomo. Poco dopo Mario Ustia era ucciso a tradimento. E vi sono notizie frequenti di altri omicidii, di vendette, di risse sanguinose e di adulterii clamorosi. Nel 1592 Antonio da Trieste faceva il mercante di schiavi. Nel 1560 s’erano posti nelle macchie di Mombeù (Montebello) due briganti slavi, certi Blagaia, né v’era chi osasse affrontarli: nemmeno le autorità pubbliche. Queste condizioni dell’ambiente non impedirono che ivi emergessero alcune alte personalità per ingegno e per cultura. Metà del secolo è dominata dalla persona di Pietro Bonomo, del quale non ci è trasmesso né un ritratto fisico, né uno morale, benché fosse uomo dei più reputati del suo tempo, veramente conosciuto nel mondo politico di tutta l’Europa e nel mondo letterario d’ Italia e di Germania. Fece parte, come abbiamo già detto, della Literaria sodalitas