252 LA POLIZIA CONTRO I NEMICI DELL’AUSTRIA alla ripristinazione delle sue antiche franchigie municipali. Egli volle provare che l’antico sistema di governo di Trieste « era veramente modellato secondo i principii e le forme della maggior parte delle italiane aristocrazie ed in nulla sostanzialmente dissimile da quello di Venezia e di Genova ». Enumerò tutte le promesse fatte dagli Imperatori per rispettare quel governo municipale: provò così con evidenza la violazione di patti, di trattati e di promesse, che il governo austriaco compieva. Non ostante i moltiplicati omaggi all’Austria in essa contenuti, la memoria — erano i tempi della Santa Alleanza — appare coraggiosa. Mandata al ministro Saurau, questi la restituì dopo alcuni mesi senza una parola. Una grande attività fu riservata subito alla polizia. Bisognava ripulire la città di tutti gli elementi francofili. Ignazio de Capuano fornì l’elenco degli impiegati da eliminare dal magistrato civico e dall’amministrazione dello Stato. Erano persone che già conosciamo e con loro si nominavano altre: Francesco Vecchi, Gerolamo Muratti, Giovanni Vit-torelli, A. Rusconi, G. Delusco, ecc. Stavano già tutti sotto sorveglianza della polizia, insieme a certi Mettel e Baumann. L’Ossesky e Giovanni Weber erano in carcere. Era venuto ordine di sfrattare dalla città tutti i pericolosi, che non le appartenessero: ci si rammaricava di non poter mandar via il Delanzo e Valente Romano, molto « pericolosi », ma triestini. Nel gennaio del 1814 il Capuano denunciò un secondo elenco di « aderenti per genio, interesse ed orgoglio al governo francese»: il Rosmini, Giustino Massaro, l’Holstein, I. Gadolla, Francesco Gagliardo, T. Candido, G. Cossutta, G. Campagna, e i negozianti T. Mexa, I. Hagenauer, N. Botta, P. Zamaro e Leopoldo Mauroner. Il direttore della polizia Cattanei mandò a Vienna la lista dei massoni appartenenti alla loggia allora soppressa: oltre ai già conosciuti, annoverò il notaio De Rin, certo Rodriguez, Francesco e Gerolamo Belusco, I. Mestron, Leroy, Giorgini, Nicolò Canal (che ritroveremo nel 1844), Rochi, Marco Parente, Bincher, i commercianti Giuseppe Chiozza, Cavalieri, Oblasser, Isaia Cohen, il dott. Spiridione Vordoni, D. Hofer. Ordine era di sorvegliarli, essendo noti come nemici dell’Austria. Il Martwyk, delegato alla polizia, disse, nel gennaio 1814, che ormai i sentimenti francofili sparivano e tutti volevano far credere d’essere stati buoni austriaci. Ma le autorità s’avvedevano che i bonapartisti non