ELEZIONI DEL I9OI - UNA CRISI 521 telegrammi su riferiti, così decisamente irredentistici. Guardie e spie andarono dai portinai a chiedere i nomi dei primi inquilini che avevano esposto il lutto. Furono sequestrate stampe e cartoline col ritratto del Re; sequestrato VIndipendente per un articolo, che aveva rilevato il significato politico delle manifestazioni triestine; tolti i nastri tricolori alle corone mandate ai funerali del Re, tolte le effigi del Re che qua e là s’esponevano alle finestre, impedita la grande dimostrazione che, al grido di « viva il Re », s’era iniziata subito dopo la messa funebre celebrata a Sant’Antonio nuovo, con immensa partecipazione di popolo. Nel 1901 si scontò dolorosamente la scissione delle forze nazionali. La faziosità creò inoltre un nuovo gruppo attorno al podestà non rieletto l’anno precedente, gruppo che allora tenne un contegno ambiguo, per assumere negli anni seguenti, con vero tradimento, i colori gialloneri e per unirsi ai cristiano-sociali luegheriani di Vienna. Le animose querele dei liberali e dei democratici, avvelenate da campagne libellistiche impudentemente favorite dalla polizia, avevano amareggiato molti e diradato le fila dei combattenti. Onde avvenne che nelle elezioni politiche per la quinta «curia », tenute in una rigidissima giornata del gennaio 1901, benché il candidato slavo non avesse più voti di quello del 1897, benché il candidato socialista non s’avvantaggiasse che di poche centinaia, tuttavia Attilio Hortis — portato dai liberali e dai democratici — non potè essere eletto a primo scrutinio e andò in ballottaggio con lo slavo. 11 fatto produsse una vera costernazione. Né fu conforto la vittoria del ballottaggio, perché il governo tentò uno sforzo grandissimo sul nome del candidato slavo, facendogli guadagnare dalla prima giornata ben duemila voti. Negli altri collegi vinsero i candidati nazionali: anche in quello del territorio, dove il Mauroner fu rieletto controlo slavo.