DECADENZA DEI- PORTO - IL I.I.OYD 455 a cui stimava le dessero naturale diritto la sua situazione geografica e la sua attività. Fu una lotta pari a quella, ch’essa sostenne, dal 1848, per la sua nazionalità. Nell’una e nell’altra si trovò di fronte il governo austriaco. Essa, in un primo tempo, fu vittima dello Zollverein istituito nel 1851 dal Bruck. La danneggiarono « le imposte di tutti i generi, i bolli, le vessazioni doganali, le investigazioni dei registri dei libri mercantili », non meno che la restrizione delle libertà politiche. Soffrì poi grandemente dello svalutamento della moneta austriaca e dei corsi forzosi che, in quello stesso tempo, fecero fuggire i capitali stranieri e dalle industrie e dall’incarattamento nelle navi. Si ridusse a tal punto, che dal 1854, come già accennammo, si affermò una vera, « indubitabile decadenza di Trieste ». Il movimento che c’era, osservava uno scrittore francese, si sviluppava non ostante le pessime condizioni dell’Austria, per solo merito dei commercianti, per i gravi sacrifici, a esempio, consentiti dagli azionisti del Lloyd, allora in notevole maggioranza triestini. Ma anche le risorse del Lloyd erano stremate, essendo la società ridotta a sostenere da sola nel Levante, suo campo principale, la concorrenza delle società francesi, inglesi e russe, tutte sovvenzionate dai loro governi. Il Lloyd non aveva avuto sino allora nessuna sovvenzione. Ne ottenne una d’un milione nel 1855, ma con clausole così gravose, che fecero perdere valore alle azioni. Le quistioni ferroviarie furono prova dell’ostilità e del disordine, che il governo austriaco, volontariamente o involontariamente, riservava a Trieste. Fu evidente da esse che l’Austria non dava, allora, se non poca importanza allo sbocco sull’Adriatico. Essa non intendeva collegare questo con l’interno, non voleva farvi spese, quasi ritenesse precario il possesso della provincia giuliana, e si preparava a svilupparsi economicamente, come se al porto triestino avesse dovuto rinunciare. Non vi è traccia per allora d’una politica adriatica: se pensò farla, seguendo gl’incitamenti dell’arciduca Massimiliano, l’Austria tenne l’occhio più tosto su Venezia, benché l’arciduca pensasse a Trieste e a Pola. Basti considerare che, mentre Venezia era stata collegata ferroviariamente col retroterra nel 1846, Trieste dieci anni dopo non lo era ancora. Anzi peggio. Lubiana era congiunta direttamente ad Amburgo e al mare del Nord per mezzo della