LA CORTE DI CETTIGNE 201 quella stagione dell’ anno le strade sono coperte di neve, per cui le comunicazioni sono tutt’ altro che facili. Ma ciò non pertanto, ancbe a costo di impiegare due o tre e fino a quattro o cinque giorni nel viaggio, cercano di fare il possibile per non mancare anche i capi dei distretti più lon- tani. Per la stessa ora è invitato a palazzo tutto il corpo diplomatico che interviene in grande uniforme e, dopo presentati gli auguri alla Prin- cipessa, siede con lei a tavola. Intanto la folla dei glavari, nei loro ricchi co- stumi, riempie a poco a poco le sale a pian ter- reno del palazzo dove il Principe sta ad atten- derli, anch’ egli in grande uniforme con tutte le decorazioni, insieme al Metropolita e circondato dai ministri e dagli alti funzionari dello Stato che — felice paese ! — non sono per vero dire molto numerosi. Quando suonano le undici e mezzo, tutti, se- guendo il Principe, salgono le scale e vanno a prender posto alla gran tavola apparecchiata per la cena, alla quale il Principe prende posto fra il suocero Pietro Vukotich e il Metropolita. Quindi attendono in silenzio, o discorrendo a voce bassa, la mezzanotte. Alle dodici in punto il cannone rimbomba dalla fortezza di Cettigne. Il Metropolita si alza