CONTRO LA CONl?EDER AZIONE TEDESCA - PER L'AUTONOMIA 353 Alla fine d’aprile fu annunciato alla città che si sarebbero eletti due deputati per la Dieta di Francoforte. I Triestini erano ignari del legame, con cui li avevano attaccati alla Confederazione germanica. Nessuno si stupì. Nessuno si interessò delle nuove elezioni. Fu proclamata apertamente l’astensione. Ma a quelli che sarebbero stati eletti dagli altri, non dai cittadini, la Società dei Triestini commise di portare una protesta al Parlamento di Francoforte. La quale fu deliberata a voti unanimi in un comizio popolare, ove si proclamò che la città e il territorio di Trieste non avevano nulla di comune con la Germania e che l’aggregazione non era avvenuta che per disposizioni diplomatiche, senza ragione, né passata né moderna. I mercanti tedeschi organizzarono allora un comitato elettorale. Programma: fare di Trieste il porto militare federale tedesco, propugnare l’aggregazione dell’Istria ex veneta alla Confederazione e opporsi « a ogni velleità repubblicana ». Ma neppur questo comitato trovò candidati. Allora, senza troppe smorfie, il suo presidente e il vicepresidente (l’avv. Burger, della Carinzia e il noto Bruck di Amburgo, ritornato dopo il 23) si fecero eleggere rappresentanti « di Trieste » al Parlamento di Francoforte. L’elezione fu proclamata al Casino greco. Essa — scrisse poi un giornale triestino — fu solo un’inaudita violenza straniera sulla volontà sacra dei cittadini... la iniziò un governatore tedesco e la conchiusero uomini tedeschi o colorati in tedesco. Il popolo vide, non vide, seppe, suppose che qualche cosa si era fatto: il municipio non seppe niente ». In un tempo con la protesta contro l’abusiva aggregazione alla Confederazione germanica, la Società dei Triestini (8 maggio) fissò il programma dei diritti che Trieste aveva da rivendicare di fronte all’Austria. La città col suo territorio doveva essere resa del tutto indipendente da ogni vincolo verso altre provincie della Monarchia, doveva essere restituita alla sua forma comunale antica, aver diritto di fare i suoi statuti e di nominare proprie autorità giudiziarie, essere affrancata da ogni prestazione di carattere militare e da tutte quelle tasse che non erano previste dai patti del 1382. Era un programma di tipo quasi repubblicano, in quanto mirava a staccare Trieste dalla signoria instaurata nel 1813 e a restaurare l’antico Comune, non accettando maggior dominio di quanto avessero tollerato i comunalisti del xv e xvi secolo: una mera unione personale. Non erano più tempi Storia di Trieste, voi. II. 23