ELEZIONI DEL l88g - PROCESSO DELL’« INDIPENDENTE » azione. Esso sobillò gli elementi slavi e tedeschi, sommosse la pessima plebe contro gli « ebrei » e contro gli « Italiani », colpì molti agitatori patriottici (come il macellaio Giovanni Mrachich, fatto condannare a tre anni di prigione per diffusione di proclami irredentistici), favorì l’imperialismo sloveno, importò impiegati alti e bassi dai paesi slavi o tedeschi allo scopo di modificare la composizione del terzo «corpo » elettorale e d’impaurire i Triestini. Il 12 giugno 1889 la polizia arrestò il nuovo direttore dt\Y Indipendente, Cesare Rossi, i redattori Ferdinando Ulmann e Riccardo Zampieri, nonché il gerente e l’amministratore. Tra le ragioni dell’arresto era anche la vivissima campagna condotta contro il console d’Italia, certo Durando, accusato di slealtà per aver propalato una Confidenza patriottica di Giorgio Piccoli. Il Durando, denunciato a Montecitorio dallTmbriani, fu richiamato da Crispi. La montatura del processo contro il giornale finì con scorno del governo. Anzitutto, si trovarono tosto le persone che fecero uscire VIndipendente quel giorno stesso: sospeso poi dalla procura dello Stato, il giornale riprese tosto le sue pubblicazioni. Mandati i tre primi imputati alle carceri di Innsbruck, li raggiunse nel novembre un decreto di desistenza, dovuto all’energico intervento di Francesco Crispi (che però quell’anno sciolse il Comitato pro Trento e Trieste) e alla ripercussione, che gli arresti politici avevano avuta in tutta l’Italia. Sicché il governo austriaco si ritrovò di fronte a battaglia scoperta VIndipendente e, mentre vedeva fallire la sua impresa giornalistica (V Adria), ebbe in campo un altro giornale, il Piccolo, fondato da Teodoro Mayer, che da alcuni anni penetrava nelle masse con una politica irredentistica più coperta, non meno efficace. Ma si mise al punto, gravando la sua mano nel novembre, al momento delle elezioni comunali. Aveva ritirato il luogotenente imperiale de Pretis, ritenendolo poco energico nel preparare le elezioni e sgradito agli Slavi, sostituendolo col barone Teodoro Rinaldini, sua creatura. Gli giovò una scissione avvenuta tra i liberali. Tuttavia non riuscì a vincere. Date le mutazioni avvenute nel terzo « corpo », dove gli impiegati dello Stato erano di più terrorizzati, i dirigenti dei liberali stimarono opportuno un compromesso: fu concordata una lista mista, tra liberali e governativi, lista che riuscì eletta insieme a due altri governativi. Uguale mossa fu fatta per il primo « corpo ». Onde, sebbene rimanesse a loro la maggioranza e con ciò il dominio del Comune, i liberali o, come si dicevano, i liberali-nazio-