546 IL SOCIALISMO E LE TRADIZIONI AUSTRIACHE rifiutava e che il governo non poteva imporgli, perché la legge, scrupolosamente osservata dalle autorità cittadine, era a esse favorevole. Di più, con un’azione vastissima, lasciata soprattutto all’iniziativa individuale, i Triestini, consci delle nuove necessità del mercato di lavoro prodotto dallo sviluppo dei commerci, favorivano un’intensa immigrazione di « regnicoli », cioè d’italiani del Regno. Contro questa reclamavano con violenza gli Slavi, poiché empiva molti vuoti, in cui avrebbero voluto gettare i loro elementi. Il socialismo, guidato da Valentino Pittoni (forte organizzatore, seguito allora dai suoi « compagni » con fanatismo),e il governo austriaco marciavano sulla stessa strada, anche se non erano legati da accordi speciali. Il principe Hohenlohe, mentre confermava l’impossibilità di costituire a Trieste un partito governativo e giallonero del vecchio tipo, comprendeva chiaramente, che soltanto il socialismo era atto a cementare le armature politiche, con le quali Trieste poteva essere per sempre incatenata allo Stato austriaco. Era naturale quindi che lo appoggiasse in ogni modo. Se la lotta di classe avesse soverchiato quella nazionale, prima del proletariato, ne avrebbe beneficiato l’Austria. Del resto, il favorire il socialismo e la demagogia contro il patriottismo era nelle tradizioni della politica austriaca in Italia. Nel 1848 Enrico Tazzoli, scrivendo al marchese Cavriani, rilevava il sistema « miserabilmente abile » dell’Austria, che eccitava i contadini all’odio contro i proprietari e ricordava le proteste di Luigi Sartorelli contro le misure prese da Radetzky, « tendenti a eccitare i poveri contro i ricchi ». Dopo il 1848 il governo viennese aveva fatto*pubblicare nei giornali ufficiosi degli articoli, che preconizzavano la divisione delle terre della Lombardia, allo scopo di fomentare l’astio delle plebi rurali contro la nobiltà patriottica. Aveva favorito a Milano certi fogli, nelle cui colonne si predicava apertamente il comuniSmo. Anche nel Veneto aveva protetto degli organi, che eccitavano i contadini contro i « signori ». Situazioni eguali creano necessità eguali. Pertanto era coerente a sè stesso il governo austriaco, quando favoriva la lotta del socialismo contro il patriottismo italiano: quello mirava a conservare l’Austria, sia pure su nuove basi federalistiche, questo a distruggerla, auspicando un avvenire in cui credeva. Per identiche ragioni, il socialismo triestino non denunciava alle masse come nemico lo Stato austriaco, in quanto era dominio stra-