LE MURA E II. CASTELLO So quelle brutte bocche da forno, prive d’ogni stile, le campane stettero sul colle, appese a un castello di travi. Nel xvi secolo, però, Trieste ebbe alcune opere che le diedero tratti caratteristici, in qualche parte ancora conservati. La maggiore di tutte fu la ricostruzione delle mura e del castello di san Giusto. Quella delle mura fu ordinata da Massimiliano nel 1514 e continuò per lunghi anni. Nel 1527 la Corte autorizzava il Comune a « pigliare la mitade delle Argenterie et Gioie che erano nelle Chiese di Trieste », perché si potessero « investire et spendere in fabricare et fortificare la Città ». Le mura e le torri avevano subito continui sconquassi dalla guerra del 1463 al terremoto del 1511: erano, allora, veramente in rovina. Il restauro fu completo. Forse allora ebbe la caratteristica forma, che conservò sin dentro il secolo xix, la Torre del porto o del mandraccio, il cui arco dava dalla piazza sul mare. Nel 1508 i Veneziani trovarono non compiuto il castello incominciato da Federico III. Disegnarono tre torri rotonde, fortissime, negli spigoli del triangolo, ch’era la base della fortezza: due di esse condussero molto avanti, insieme all’escavo del fossato. Tuttavia, quando partirono, l’opera non era terminata. La riprese, dopo il 1520, l’imperatore Carlo V, affidandone l’esecuzione a due ingegneri militari, Gerolamo Decio, d’ignota patria (nel 1523 è detto di Trieste) e Nicolò Bruson da Udine. Questi era a Trieste ancora nel 1532: il Decio nel 1539. In questo anno era architetto per conto dell’arciduca Antonio Canziano. Ma anche questi non menarono l’opera a compimento: la costruzione del castello continuò lenta lenta quasi tutto il secolo, sopratutto per mancanza di danaro. Nel 1556 è ricordato come architetto Guglielmo de Pozzo. Dopo il 1560 e sino al 1575 (quando, dopo una sospensione, furono ripresi i lavori) ne fu ingegnere Tizio Baldino, il cui successore venne da Graz e fu l’architetto Girolamo Formentin (1578-1579). Tra il 1585 e il 1593 lavorò al castello e al porto Giambattista Vintana, architetto goriziano. Più complessa è la figura dell’architetto e ingegnere Giampietro de Pomis, che spiegò la sua attività alla fine del secolo e nei primi anni del seguente e che apparisce essere stato anche pittore. Il bastione di San Vincenzo fu iniziato nel 1596: altre opere ancora più tardi. Il castello è conservato nella sua interezza (fig. 1).