Ritorno al mare 207 rante misteriose incursioni notturne. Cagni organizzò la cattura del solitario felino. « Avevamo messo una trappola: due carabine legate ad un albero, ed alla loro bocca un pezzo di carne legato ai grilletti. Mentre pranzavamo (le carabine erano a quindici metri e non ancora cariche per prudenza verso i portatori), il boy affannato ci dice che il leopardo sta portando via la carne dalle carabine. Disturbato, scappò. Ma verso mezzanotte io mi avviavo per una osservazione di occultazione quando a pochi passi dalle carabine vidi i fuochi di una di esse e, dopo il colpo, sentii un gemito. Pensai che un portatore inavvertitamente avesse toccato la carne passando e fosse stato colpito. Accorsi e vidi il leopardo con le gambe in aria, freddato di colpo ». Durante tutta la permanenza a Bujongolo fu necessario vigilare i portatori perché, demoralizzati dal freddo, tentavano ad ogni momento di fuggire al basso o tutti tremanti si rifugiavano accanto al fuoco a sognare le calure della piana. Due di essi morirono di polmonite fulminante fra il terrore dei compagni che li seppellirono nel fango fra quei sassi maledetti. Una sera, verso la fine di giugno, alcuni portatori scapparono. « Già stamani avevano chiesto d’andarsene, cosa che era stata loro negata non potendo noi restare senza un certo numero di portatori a disposizione; né deve stupire questo diniego perché la stessa legge dell’Uganda condanna a sei mesi di carcere il portatore che abbandona la carovana ove vi sia un bianco. Ciò per evitare che un bel momento la carovana vi lasci in mezzo alla strada coi vostri bagagli. E qui possiamo ben considerarci in carovana e peggio ancora perché se tutti i portatori ci lasciassero non resterebbe che abbandonare ogni cosa. Sono subito mandati gli ascari a riprendere i fuggitivi ». A metà luglio tutto il lavoro di sommaria ricognizione era concluso, sicché fu disposta la partenza. Il Duca discese con Sella deviando per la valle ancora inesplorata del Bujuku. Invece Cagni e Cavalli, levato il campo, calarono per i noti fradici sentieri verso Ibanda, punto stabilito per il concentramento. Di qui l’intera carovana si