ELEZIONI DEL 1906 - LA COALIZIONE NEMICA 547 niero: ma soltanto il partito liberale, quella che chiamava la « camorra del Comune ». Combatteva tutt’al più i governi, non lo Stato. Nel gennaio del 1906 il governo austriaco, sia per sottrarre alle autorità comunali ogni controllo sulle operazioni di leva, sia per avere in mano le concessioni industriali, utilissime a favorire la penetrazione economica e demografica degli Slavi, tolse improvvisamente al Comune le così dette « attribuzioni delegate », che erano funzioni di Stato attribuite al municipio. Era ovvio che il governo ritogliesse al Comune nemico queste funzioni: ma era non meno vero che questo toglimento — unico sino allora nello Stato austriaco — era fatto in odio al Comune e, come riconosceva Arturo Labriola ne\Y Avanti!, per chiare ragioni di politica antitaliana. La stampa nazionale, il partito, la massa dei cittadini protestarono. I socialisti, che allora si agitavano per avere il suffragio universale nelle elezioni politiche, scesi in piazza dopo un comizio, fischiarono e inveirono con ogni sorta d’ingiurie contro il palazzo del Comune, ma non fecero alcun gesto di protesta contro il palazzo del governo, che stava dall’altra parte della piazza. La città non dimenticò il significato di quella dimostrazione. F. nelle elezioni comunali tenute quello stesso anno, i socialisti, per quanto facessero un grande sforzo per vincere e fossero riusciti a attirare nelle loro file alcuni elementi borghesi e il governo molto li favorisse, furono clamorosamente sconfitti. Il Comune rimase nelle mani del partito liberale-nazionale, come suprema rappresentanza dell’idea italiana, come massimo fondamento della difesa nazionale. Nel terzo «corpo» la vittoria aveva coronato la lotta dei patriotti, benché il governo avesse già profondamente slavizzato la burocrazia, benché avesse illegalmente costretto le autorità municipali a iscrivere nelle liste molti elementi che non vi avevano diritto, benché i socialisti avessero presentato i loro candidati, benché, infine, anche quel miserando gruppo di cristiano-sociali e di rinnegati, che abbiamo già ricordato, avesse tentato, pur esso favorito dal governo, la sua prova. Solo contro questa formidabile coalizione di forze nemiche, il partito nazionale aveva riportato uno splendido successo e l’idea s’era affermata, tra grandissimo entusiasmo, in una luce maravigliosa. Ma lo sforzo era stato enorme e poteva sembrare irriproducibile. Alla Luogotenenza, dopo essere stato un mese presidente del Consiglio, era tornato Hohenlohe, il « principe rosso ». Era un uomo