SCRITTORI E POETI - SILVIO BENCO 605 Vitale Tedeschi, che ebbe la cattedra di pediatria a Padova, il fisiologo Amedeo Herlitzka a Torino, Saul Pincherle e Giacomo Errerà, l’uno matematico, l’altro geografo a Bologna. Onore di quest’università e di tutta la scienza italiana fu Giacomo Ciamician, il grande chimico morto nel 1920. Elia Millosevich, Carlo Camera e Giulio Grablovitz acquistarono bella fama nell’astronomia e nella geofisica. Glorioso risona il nome di Giacomo Venezian, che, dopo aver dato alla causa nazionale il molto che abbiamo detto, con le sue insigni opere giuridiche — tra cui principali quelle sull’ Usufrutto e sulle Proprietà fondiaria in Libia — ottenne e onorò la cattedra di diritto civile a Bologna e, arrolatosi volontario, morì eroicamente sul Carso nel 1916. Pochi nomi e poche cose nelle lettere e nella poesia della seconda metà dell’Ottocento e nei tempi moderni. Rammentiamo ancora il buon Paolo Tedeschi, il « prete Pero » del Tempo, morto nel 1911 a Lodi, che scrisse novelle e memorie. Diede opere più originali, di tipo georgico, interrotte soltanto da poesie nobilmente patriottiche, Riccardo Pit-teri (1853-1915), morto esule a Roma, dopo essere stato per lunghi anni il nobilissimo presidente della Lega Nazionale. Il Pitteri scrisse anche in dialetto. Ma il poeta vernacolo tipico di Trieste fu Giglio Padovan, che stampò un volume di Rime nel 1875 con lo pseudonimo Polifemo Acca. Hanno meglio continuato il suo esempio Giulio Piazza, Carlo de Dolcetti, Edoardo Polli, E. Barison, Flaminio Cavedali. Con romanzi e con raccolte di favole si fece largamente conoscere Alberto Boccardi. Lo scrittore più cospicuo e più geniale, che vanti il nome triestino, è Silvio Benco, romanziere e giornalista. La vita vissuta in un cerchio chiuso come uno Stato diede particolare valore all’attività spirituale di alcune personalità più forti, che esercitarono molta influenza: ma nessuno operò tanto profondamente e continuatamente sugli animi dell’ultima generazione, quanto il Benco mediante la sua luminosa opera giornalistica, vibrante di modernità, satura di cultura. Come scrittore di sincera originalità e di fervida ispirazione è giustamente molto lodato tra i giovani e migliori poeti italiani Umberto Saba. Umile, ma devoto della sua arte, è Cesare Rossi. Nella sua raccolta dei poeti d’oltre confine il Picciola ha messo altri triestini e alcune scrittrici: Spartaco Mu-ratti, colto e distinto, Adele Butti, Luigi Crociato, Dante Occor, Giulio Ventura, Nella Doria Cambon, Willy Dias, Ida Finzi (Haydée) e Elda Gianelli. Si possono ricordare ancora: Enrica Barzilai Gen-