LE NUOVE INDUSTRIE E IL COMMERCIO 195 — Vili. Fabbrica Cremor di Tartaro di ragione del Negoziante Giacomo Belletti diretta da Nicolò Piazza Veneto. — IX. Due Cordarie una del-l’indicato Belletti... l’altra dei fratelli nominati Bussini da S. Remo. — X. Li oltradetti Bussini hanno anche la fabbrica di quattro Tellari di Tela Lunetta. — XI. Tre [fabbriche di sapone di Giacomo Belletti, Giuseppe Maurizio e Sebastiano Asmihr. — XII. Una Scorzeria (conceria) in proprietà degl’Ebrei Fratelli Luzzati con un fondo di 40.000 fiorini. — XIII. Altra Scorzeria di Giov. Batt. Umer Veneto. Come si vede, non certo gran cosa. Maggior valore aveva, invece, l’alacrità dei cittadini e dei nuovi arrivati, la facilità con cui formavano fig. 29: patrizi con ufficiali e soldati del «battaglione territoriale» (stampa viennese, coll. Scaramangà). società commerciali, l’audacia con cui incominciavano a mettere i loro non grossi capitali in mare e la scarsità delle leggi. I Greci avevano fondato scambi oltremodo redditizi. Apparirono anche le navi turche. I Triestini e i nuovi mercanti seppero sviluppare per la via del Po e per i porti adriatici alcune comunicazioni col resto d’Italia: furono queste comunicazioni appunto, questo transito fra l’Italia e le terre transalpine del nord e del nord-est, la base principale del rinnovato commercio. I modesti traffici sviluppati per la via del Po suscitarono conflitti con Milano, perché i prodotti industriali portati per la via fluviale facevano concorrenza alle risorgenti industrie lombarde, che