120 I.’ULTIMO TENTATIVO DI VENEZIA tore Leopoldo che le vendesse Trieste insieme al Goriziano, ma la richiesta aveva incontrato un deciso rifiuto. Fu l’ultimo tentativo diplomatico della Repubblica per mettere la Casa d’Austria fuori dell'Italia e dell’Adriatico. Le autorità veneziane inasprirono poi i loro controlli, sollevando (come avvertiva Alvise Molin fino dal 1661) ondate di odio nelle terre austriache ogni qual* volta i signori dell’interno sentivano che una nave carica del loro ferro o dei loro minerali era fermata e trattenuta per le bollette o a Capodistria o a Grado o a Venezia. Lo stesso Molin aveva consigliato di mutare i sistemi, con cui si concretavano le giurisdizioni marittime, per « render più temuto ch’odiato il dominio della Repubblica in quei mari ». Ma le autorità veneziane, quanto più vedevano decadere il commercio delle città dellTstria, tanto più meticolose e poliziesche si facevano nella visita delle navi uscenti dai porti austriaci. Il che avveniva, parimenti, perché si voleva far comprendere all’Austria che ogni sua rivendicazione sarebbe rimasta vana. Vero è che nel 1678 l’imperatore Leopoldo « mostrava d’accettare l’autorità assoluta di Venezia sopra il mare desiderando tenersi in buona con essa per via del pericolo turco ». Non v’era però alcuna rinuncia ufficiale delle pretensioni austriache e San Marco si affannava a mostrare i vecchi artigli. Tuttavia l’estrema rovina di Trieste dipendeva allora solo in minore misura dalle angherie dei controlli marittimi: in maggiore invece dalle condizioni e dalla politica del retroterra, dalla concorrenza degli altri porti austriaci e dalla sua grama costituzione economica.